Gentiloni a Merkel: “Nessun governo populista in Italia”

Il Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, ha incontrato la Cancelliera tedesca Angela Merkel. (Foto Ufficio Stampa Presidenza Consiglio)

BERLINO. – Non c’è alcun rischio che l’Italia “abbia un governo su posizioni populiste e antieuropee”. Il premier Paolo Gentiloni scaccia ogni ipotesi di un’Italia non più in linea con Bruxelles dopo il 4 marzo. E non a caso lo fa da Berlino dopo un lungo incontro con Angela Merkel, in procinto di tornare a guidare stabilmente la Germania (e a indirizzare l’Europa) dopo un lungo periodo di impasse.

L’incontro arriva dopo il bilaterale saltato una settimana fa per la stretta finale sull’accordo per la Grosse Koalition e questa volta la cancelliera dedica oltre un’ora al colloquio con il premier, sottolineando gli “eccellenti rapporti con l’Italia” e il lavoro “importantissimo” svolto sui migranti. Ma le domande dei giornalisti in conferenza stampa sono soprattutto sul dopo elezioni in Italia.

E Gentiloni coglie l’occasione per rassicurare la Merkel e cancellare lo spettro di nuove fratture a Bruxelles: dopo il voto non ci saranno scossoni, ma “un governo stabile” ed “europeista”. E poco importa se gli ultimi sondaggi elettorali fanno emergere un quadro piuttosto sfocato, con il rischio che non si riesca a formare una maggioranza dopo il voto.

“Credo che le soluzioni di governo per il nostro Paese non le diano i sondaggi – ha ostentato sicurezza il premier – ma gli elettori il 4 marzo e che tutti dobbiamo rispettare la scelta degli elettori”. Dopo il voto, ha sottolineato Gentiloni, “sarà il presidente della Repubblica a indirizzare il Paese” ma “l’Italia avrà un governo e penso che avrà un governo stabile”.

Nessun dubbio, ovviamente, sull’unica via per ottenere questo risultato: “L’unico pilastro possibile per una coalizione stabile e pro europea di governo” è “la coalizione di centrosinistra guidata dal Pd”, ha detto Gentiloni, invitando a non dare per scontato la necessità di larghe intese. Una rassicurazione al paese di maggior peso tra i 27 che suona come una rassicurazione anche per le istituzioni europee, impegnate a valutare sul lungo termine le riforme dei singoli Stati.

Bruxelles, è il messaggio del premier, non deve temere di perdere l’appoggio dell’Italia, ma deve cambiare marcia, rilanciarsi, essere più solidale, a partire dal dossier migranti. “Non possiamo accettare l’idea che un paese si tiri fuori dalle responsabilità comuni sul tema dei migranti – è tornato a ribadire Gentiloni – Ognuno deve fare la sua parte, nessuno può pensare di usare una parte dello schema europeo rifiutando le altre”.

Anche perché solo un’Europa solidale “è capace di battere le pulsioni populiste e anti-europee”. L’ultimo sondaggio sui sentimenti nei confronti di Bruxelles, stilato dall’Istituto Jacques Delors, il think thank presieduto da Enrico Letta, fotografa il ‘disincanto’ degli italiani che in 30 anni si sono trasformati da ‘euro-entusiasti’ a ‘eurofrustrati’.

L’antidoto a tutto ciò, secondo il premier, è un nuovo scatto di ambizione, perché l’Europa deve fare “di più e meglio”. Partendo proprio dalla crescita ora che si è creata una congiuntura economica favorevole tra i 27. E che la Grosse Koalition con i socialdemocratici sembra aver ammorbidito anche le posizioni di Frau Merkel: la crisi dell’eurozona è alle spalle, ha detto, e “adesso si tratta di assicurare la crescita e portare avanti l’innovazione”.

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