Di Maio:”Fuori furbi e massoni”. Sollevato per i sondaggi

Luigi Di Maio arriva al MEF, per richiedere le documentazioni sulle restituzioni di parte degli stipendi dei parlamentari del M5s, Roma, 14 febbraio 2018. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

ROMA. – C’è uno spiraglio che potrebbe mettere Luigi Di Maio al riparo dal pericolo di entrare in Parlamento con una pattuglia di eletti decurtata da quanti entreranno ma dovranno lasciare il gruppo M5s.”Gli elettori possono votare tranquillamente il M5s” perché non solo ai candidati che si sono rivelati massoni ma anche a “coloro che non hanno rispettato il patto delle donazioni e che sono candidati, gli sarà chiesto di rinunciare alla proclamazione andando alla Corte d’ Appello”.

E’ la via d’uscita che ha fornito ai 5 Stelle il costituzionalista Michele Ainis, convinto che più che l’atto di rinuncia dell’eletto, sarebbe la legge elettorale a disporre che si possa presentare in qualsiasi momento la rinuncia “alla cancelleria della Corte d’Appello o del Tribunale del capoluogo della regione”. Il “grande professore universitario ci ha spiegato che è possibile per i candidati rinunciare alla proclamazione, quindi Ainis sostiene la nostra tesi”, esulta il candidato premier che ora vede alla portata l’effetto “boomerang” auspicato per la vicenda delle mancate restituzioni.

“Chi ha mentito a me e agli elettori non la passerà liscia” ripete minaccioso il leader 5 Stelle” che oggi guarda con sollievo l’andamento dei sondaggi: “non solo non ci stanno facendo male ma, anzi, stiamo crescendo. Renzi perde e noi guadagniamo” esulta.

Ma tra i due leader è guerra aperta: “è il partito degli ex onesti” attacca il segretario Pd. “Il suo è un ex partito” gli ribatte il leader 5 Stelle. Quanto agli indesiderati, l’occhio è puntato sui massoni. “Ci sono tre candidati che ci hanno mentito: non ci hanno detto che facevano parte della massoneria. Ma questi non solo li abbiamo espulsi ma li denuncerò per danno di immagine al M5s” annuncia Di Maio.

Intanto, mentre il Gran Maestro del Grande Oriente d’Italia, Stefano Bisi, fa notare che ai suoi 23 mila affiliati non passeranno inosservati i giudizi di Di Maio sui grembiulini grillini, i tre massoni traccheggiano. “Nonostante tutto, nulla è cambiato da parte mia rispetto a quel proposito” dice Vitiello rispetto alla scelta di candidarsi. Ed anche Landi rivendica la sua appartenenza alla loggia lucchese (“di certo non è un reato”) e annuncia di volersi prendere “qualche giorno di tempo per decidere” del suo futuro.

Sulla vicenda dei tre candidati massoni, Catello Vitiello, Piero Landi e Bruno Azzerboni i vertici del M5S sarebbero tuttavia “tranquilli”. “I tre, nei loro collegi di appartenenza è molto improbabile che siano eletti”, è il ragionamento che si fa nel Movimento visto che tutti corrono per l’uninominale, abbastanza proibitivo per il Movimento.

Diverso il caso per i candidati ‘morosi’ sui rimborsi e capilista con molte possibilità di essere rieletti come Andrea Cecconi, Carlo Martelli, Silvia Benedetti, Elisa Bulgarelli. Resta ancora per qualche ora congelata invece la vicenda legata a Giulia Sarti,anche se dovrebbe prevalere anche la linea dura di Di Maio: per ora la deputata, che ha denunciato l’ex fidanzato accusandolo di essersi tenuto le restituzioni che doveva eseguire per lei, non si è autosospesa. Ma il suo ex passa al contrattacco: “Io ho un brutto vizio: registrare tutto e pure le telefonate”. Anche lui promette: “vado dritto in procura”.

(di Francesca Chiri/ANSA)

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