Bollette a 28 giorni, da Agcom nuova diffida agli operatori

ANSA/FRANCO SILVI

ROMA. – Continua il pugno di ferro dell’autorità garante delle comunicazioni contro le compagnie telefoniche che non rispettano l’obbligo di riportare la fatturazione delle bollette a scadenza mensile, ripristinato a fine anno dal decreto fiscale. Nonostante il dettato della legge e delle delibera del marzo 2017, l’Agcom , ha verificato “la persistenza sul mercato di offerte di servizi di telefonia fissa o convergenti con cadenza di fatturazione 28 giorni”.

Di conseguenza sono stati avviati nuovi procedimenti sanzionatori verso gli operatori responsabili della reiterata violazione. I provvedimenti saranno notificati a breve e solo allora saranno resi noti i nomi delle società. Le organizzazioni dei consumatori chiedono sanzioni esemplari.

“Bene, ora servono sanzioni pesanti” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori. Mentre il Codacons attacca: “le diffide non bastano servono multe milionarie che abbiano efficacia” e presenta ricorso al Tar contro l’aumento delle tariffe. L’autorità garante delle comunicazioni ha anche deciso, su proposta del relatore Francesco Posteraro, di diffidare Tim, Wind Tre, Vodafone, Fastweb e Sky per “non aver rispettato le prescrizioni in materia di chiarezza, trasparenza e completezza delle informative”.

Le società dovranno chiarire agli utenti che “eventuali” aumenti dei costi “sono conseguenza esclusivamente dovuta alla scelta degli operatori” e non del ritorno alla bolletta mensile. Sta costando caro, anche in reputazione, l’idea della tredicesima bolletta (quella che saltava fuori con le bollette a 28 giorni).

Ieri l’Antitrust ha aperto un’istruttoria su Tim, Vodafone, Fastweb, Wind Tre e Assotelecomunicazioni-Asstel per vederci chiaro sugli aumenti tariffari che gli operatori hanno fatto scattare, tutti insieme e in contemporanea, per compensare la tariffazione mensile imposta per legge e, in sostanza, ‘rientrare’ della tredicesima fattura dell’anno che non può più essere inviata.

L’ipotesi è che fra le società ci sia stato un “concerto” fra le diverse società, in barba alla concorrenza. L’Antitrust sospetta che la portata dell’intesa risalga all’introduzione della cadenza a 4 settimane (28 giorni) che tutte le compagnie hanno deciso, lo scorso anno, quasi all’unisono, costringendo poi, prima l’Agcom e poi il legislatore a intervenire quando si stava per estendere la bolletta a 28 giorni anche alle reti fisse.

(di Maria Gabriella Giannice/ANSA)

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