Bill Gates contro Trump: “Più tasse per ricchi come me”

Bocciata la riforma del fisco proposta da Trump, "Penalizza classe media e poveri"

NEW YORK. – All’inizio fu Warren Buffett, re degli investitori di Wall Street: non è possibile che io paghi meno tasse della mia segretaria, disse nel marzo 2013, ispirando quella ‘Buffett Rule’, la tassa sui Paperoni, che Barack Obama non riuscì mai a far passare in Congresso. A seguire le orme dell’Oracolo di Omaha è ora Bill Gates, fino a poche settimane fa l’uomo più ricco del mondo, prima di essere scavalcato dal ‘guru’ di Amazon Jeff Bezos: “I super ricchi come me devono pagare di piu'”.

Quello del miliardario e filantropo fondatore di Microsoft – intervistato dalla Cnn – è un affondo senza precedenti nei confronti di Donald Trump e contro la tanto sbandierata “rivoluzione fiscale” del tycoon. Riforma che Gates boccia senza appello, così come stronca il mantra nazionalista dell’America First, tanto caro al tycoon.

La riforma delle tasse passata dal Congresso “crea maggiore disuguaglianza, avvantaggiando moltissimo i più ricchi e penalizzando la classe media e i più poveri”, sostiene Gates. Mentre proprio quello delle diseguaglianze – denuncia – è un problema trascurato e che dovrebbe essere molto più al centro del dibattito in tutte le democrazie.

Insomma il taglio delle tasse di Trump, che i democratici hanno definito “un grande imbroglio”, non convince per niente neanche Bill Gates. Per lui non rappresenta quella svolta descritta dalla Casa Bianca, la scossa necessaria per accelerare la crescita dell’economia e dell’occupazione. Anzi, per il secondo uomo più ricco della Terra (secondo gli ultimi dati con una ricchezza pari a 90 miliardi di dollari) il rischio è quello di un impatto negativo nel futuro anche sul fronte della ripresa e dei posti di lavoro.

“E’ una riforma regressiva, non progressiva”, contesta Gates: “Io ho pagato più tasse di chiunque altro, oltre 10 miliardi di dollari, ma il governo dovrebbe chiedere a tutte le persone che si trovano nella mia posizione di pagare molto di più”, spiega, criticando anche il taglio dell’aliquota che grava sulle società quotate in Borsa, dal 35% al 21%.

Un regalo, mentre per la gente comune e più disagiata la riforma rappresenta – afferma il fondatore di Microsoft – solo un sollievo temporaneo. E proprio a questi ultimi che si rivolge l’attività della Fondazione Bill e Melinda Gates. La coppia ha finora donato oltre 40 miliardi di dollari di tasca propria per finanziare nel mondo programmi per migliorare la sanità, tagliare la povertà estrema, espandere le opportunità di istruzione e facilitare l’accesso alla rete e alle tecnologie.

Difficile, se non impossibile, che sotto l’amministrazione Trump venga riesumata la ‘Buffett Rule’ del piano fiscale di Obama: quella che prevede un’aliquota del 30% sugli individui che guadagnano oltre un milione di dollari l’anno.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)

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