Al Sud stili di vita meno sani e meno finanziamenti

Esperto, in Puglia risultati importanti, a Bari alta speranza vita

ROMA. – Fumo, obesità, sedentarietà, sono tra i fattori di rischio che fanno si che al Sud si viva meno. Accanto a questo un livello di istruzione mediamente più basso che al Nord, così come un più basso livello economico medio, che poi si ripercuotono proprio su stili di vita meno sani, ma non bisogna trascurare neppure il fatto che in “molte realtà del Meridione il sistema sanitario appare meno efficiente anche perché ha meno finanziamenti,a fronte di un bisogno di salute importante”.

A spiegarlo è Alessandro Solipaca, Direttore Scientifico dell’Osservatorio Nazionale della Salute nelle Regioni Italiane. Ci sono però delle regioni che fanno totalizzare risultati importanti, come ad esempio la Puglia, che come spiega l’esperto “insieme all’Abruzzo ha una minor prevalenza rispetto a media nazionale mortalità prematura”.

Non solo, tra le provincie quella di Bari ha una speranza di vita più elevata della media nazionale. Al Sud e nelle Isole da non trascurare poi e’ il tema della rinuncia alle cure, perché la percentuale di coloro che hanno rinunciato ad almeno una visita medica raggiunge picchi del 10,4 per cento a fronte di una media nazionale inferiore.

Ci sono però delle regioni che fanno totalizzare risultati importanti, come ad esempio la Puglia, che come spiega l’esperto “insieme all’Abruzzo ha una minor prevalenza rispetto a media nazionale mortalità prematura”. Non solo, tra le provincie quella di Bari ha una speranza di vita più elevata della media nazionale.

“Si vive meno anche tra coloro che hanno livello culturale più basso, è detestabile dal Punto di vista sociale e in proiezione è preoccupante, rischia di condizionare anche il futuro – conclude Solipaca – bisogna intervenire con una cultura della salute già a partire dalle scuole e per i problemi di natura economica sulla deprivazione”.

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