Isis rivendica attacco a chiesa russa, ma senza prove

Mosca, 'Si indaga su affiliazione killer a gruppi terroristici'

MOSCA. – L’ombra del terrorismo di matrice islamista torna a turbare la Russia. L’Isis ha rivendicato la strage di fedeli cristiani di ieri pomeriggio a Kizlyar, nel turbolento Daghestan, ma i tagliagole del sedicente Stato islamico non hanno presentato prove della presunta affiliazione dell’assassino al gruppo terroristico. “Un soldato dell’Islam, Khalil Daghestani, ha attaccato una chiesa nella città di Kizlyar, in Daghestan”, ha scritto la rete jihadista tramite l’app di messaggistica Telegram.

“Sapete che le indagini sono in corso e l’affiliazione dell’assassino alle organizzazioni terroristiche viene verificata”, si è limitato a rispondere ai giornalisti il portavoce di Putin, Dmitri Peskov. All’uscita da una chiesa ortodossa, un giovane ha ucciso a colpi di fucile cinque donne e ha ferito altre quattro persone prima di essere a sua volta ammazzato dalle forze dell’ordine in una sparatoria mentre cercava di dileguarsi. L’aggressore è stato identificato come Khalil Khalilov, 22 anni, un abitante di questo angolo della Russia a maggioranza islamica dal quale molti estremisti hanno raggiunto la Siria per combattere nelle file dell’Isis.

Il patriarca di Mosca Kirill, capo della Chiesa ortodossa russa, ha definito il massacro “un crimine mostruoso” perpetrato all’inizio della Quaresima per “provocare discordia tra gli ortodossi e i musulmani, che nel Caucaso vivono in pace da secoli”. Gli ortodossi celebravano la Domenica del Perdono, l’ultimo giorno prima della Quaresima.

Un video su internet mostra un uomo con la barba e con in mano un fucile che si avvicina al tempio e inizia a sparare, mentre una donna, capito ciò che sta avvenendo, fugge. “Avevamo da poco finito la messa e i fedeli avevano appena iniziato a uscire dalla chiesa, quando uno sconosciuto con la barba ha preso a correre verso la parrocchia urlando ‘Allah Akbar’ e ha ucciso quattro persone”, ricorda padre Pavel, intervistato da Rbk. Una quinta donna morirà poco dopo in ospedale.

“Quando abbiamo sentito gli spari – racconta il sacerdote – abbiamo chiuso rapidamente le porte della chiesa per impedirgli di entrare”. Almeno quattro persone vengono ora curate in ospedale. Secondo il direttore sanitario del Centro daghestano di medicina d’urgenza, Kazanfar Kurbanov, “due donne sono gravi e sono ricoverate in terapia intensiva”, mentre un poliziotto e un agente della Guardia nazionale russa versano in “condizioni moderatamente gravi”.

(di Giuseppe Agliastro/ANSA)

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