Grillo torna e rinvia show: “Non credete allo psiconano”

Di Maio, "Fi stia lontana dai nostri".Tribunale, M5s poco democratico. ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

ROMA. – Prima il provocatorio invito a votare il M5s, per non votare “il meno peggio ma i peggiori”, poi oggi la decisione di rinviare a dopo le elezioni la ripresa del suo spettacolo teatrale e infine un altro post contro Silvio Berlusconi e i suoi elettorali “giochi illusionistici”. Se, come diceva Agatha Christie, “un indizio è un indizio, due indizi sono una coincidenza, ma tre indizi fanno una prova”, allora Beppe Grillo ha smesso il suo passo di lato ed è tornato a fare campagna elettorale.

“Non arrendiamoci a questa stupida new age fatta di psiconani e telegiornali taroccati” perché “Mastro Lindo può pure continuare con i suoi giochi illusionistici ma scegliere se caderci di nuovo è una vostra responsabilità” avverte il fondatore del M5s che, non pago, affonda:

“Non riesco a togliermi dalla mente la riedizione del contratto con gli italiani che ha stipolato Berlusconi: da pubblicitario sa bene che i nostri cervelli sono stufi di aggiornare la sua immagine e le demenzialità che dice. Per un pelo non convince anche me: niente tasse, tutti felici con lui, è sufficiente che si presenti come Vanna Marchi e ripeta ad oltranza sempre le stesse cose, truccato da giovane”.

Ha il dente avvelenato Grillo con il Cav. Il Foglio sta attaccando duramente il M5s: prima ha ritirato fuori le accuse di pagamenti in nero ricevuti dal comico tra gli anni Ottanta e Novanta per alcune serate in un locale a Santa Margherita Ligure, ricevendone una sdegnata replica. “Ogni volta, ogni tanto, viene fuori questa storia che prendevo dei soldi in nero” e dunque “prendevamo del nero negli anni ’80, facevamo delle cose terribili! Quindi, diventate tutti del Movimento 5 Stelle! Siamo i peggiori!”.

Poi la storia della sentenza del Tribunale di Roma che, per due espulsioni, ha condannato il Movimento ma le spese processuali le ha pagate l’Associazione Rousseau. Ora c’è anche la mira del Cav sui candidati M5s ma espulsi dai 5 Stelle che potrebbero essere eletti:”Non si dice mai di no a chi dice sottoscrivo il vostro programma. E poi avrebbero l’indennità nella loro totalità” li tenta Berlusconi. Di Maio reagisce e li accusa di essere “peggio” della Camorra: “Hanno sbandierato l’abolizione del vincolo di mandato” e ora “sono pronti a prendersi quelli che cambiano casacca: siete dei traditori del vostro stesso mandato elettorale!”.

Intanto si prende una pausa dalla campagna elettorale e torna a concentrarsi sullo scouting di ministri. Il candidato premier, che ha promesso di annunciare la squadra di governo prima del voto, potrebbe decidere di non rivelarne la composizione al completo o comunque di annunciarla all’ultimo momento utile per evitare di scatenare il fuoco incrociato dei partiti sui possibili ministri.

L’attacco è scontato. “Ci attaccano per istinto di sopravvivenza” confida Grillo alla Tv svizzera. Intanto Grillo e Di Maio subiscono la bacchettata del Tribunale civile di Roma. La giudice Cecilia Pratesi, respingendo il ricorso presentata da una esclusa dalle parlamentarie cinque stelle, ha detto che le regole del M5s sulle candidature sono distanti dai “canoni minimi di democrazia interna”.

Tuttavia, un partito è un’associazione privata alla quale si aderisce su base volontaria, e dunque, ha argomentato la giudice, anche di fronte a una “gestione dispotica o poco trasparente” attualmente non c’è molto da fare.

(Di Francesca Chiri/ANSA)

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