Blitz di Forza Nuova a La7, Floris ferma i militanti

Indagano i carabinieri. Condanna Fnsi e Ordine giornalisti

ROMA. – Nuova intimidazione da parte dei rappresentanti di Forza Nuova nei confronti dei media, dopo il blitz sotto la sede de La Repubblica dello scorso dicembre. Una ventina di attivisti della formazione di estrema destra si sono presentati ieri intorno a mezzanotte davanti agli studi tv di via Tiburtina che ospitano diMartedì, il talk show condotto da Giovanni Floris su La7.

Alcuni militanti sono riusciti a entrare, chiedendo di partecipare alla puntata, mentre era in onda un contributo registrato e quindi a telecamere spente. “Volevano interagire col programma – ha spiegato il conduttore -. Questo non era possibile, sia tecnicamente, perché andava in onda un contributo registrato, sia per ragioni di opportunità. Non mandiamo in onda chi non è da noi invitato, tantomeno se si presenta in quel modo. Fermo restando che la modalità con cui si sono posti non è accettabile, il confronto si è svolto in un clima non violento. Dopo aver esposto le loro ragioni si sono fatti accompagnare all’uscita”.

In un video diffuso su YouTube i militanti lamentano di essere additati come il “pericolo” e di non essere mai invitati in tv. Floris risponde che quando avranno una rappresentanza politica, in caso di eventuale elezione alle regionali, saranno rappresentati anche in trasmissione. A quel punto, uno dei componenti del gruppo sottolinea che la richiesta di presenziare al programma è dovuta all’atteggiamento dei media che minimizzerebbero il pestaggio di Massimo Ursino, segretario provinciale di Forza Nuova a Palermo picchiato ieri.

I carabinieri sono al lavoro per identificare gli attivisti e trasmetteranno poi un’informativa in procura. Diversi gli interventi di condanna. Il direttore di La7, Andrea Salerno, parla di un “atto intollerabile” e di “pessimo segnale con il quale tutte le forze politiche democratiche devono fare i conti”.

Sulla stessa linea la Fnsi e l’Ordine dei giornalisti, che hanno manifestato la preoccupazione per il crescente clima di intolleranza al ministro dell’Interno, Marco Minniti, nel corso della riunione del Comitato per la sicurezza dei giornalisti.