Corruzione, Transparency: Italia migliora ma ancora angoli bui

Uomo con una valigetta. Corruzione
Uomo con una valigetta.

BRUXELLES. – Sulla corruzione “l’Italia migliora ma restano ancora angoli bui”. Non fa sconti il nuovo rapporto di Transparency International, sull’indice della percezione della corruzione che sottolinea quanto sia ampio il fenomeno, diffuso in più di due terzi dei Paesi del mondo.

L’Italia “migliora” e “rispetto allo scorso anno ha guadagnato tre posizioni, collocandosi a metà della classifica mondiale, al 54esimo posto, su 183 Paesi con un punteggio di 50 su 100, laddove 100 corrisponde ad un Paese senza corruzione e 0 estremamente corrotto”, sottolinea lo studio, precisando che a livello continentale, il Belpaese “non è più fanalino di coda d’Europa”.

Se le passate edizioni hanno visto il nostro Paese gravitare nelle ultimissime posizioni, “quest’anno qualche posizione è stata risalita anche se il nostro Paese è ancora 25esimo su 31, lontano dai vertici” della classifica. “Il miglioramento registrato quest’anno è frutto dell’impegno italiano in questi ultimi anni sul fronte anticorruzione – ha dichiarato Virginio Carnevali, Presidente di Transparency International Italia -. Dopo la legge Severino del 2012 sono stati fatti diversi progressi, tra cui l’approvazione delle nuove norme sugli appalti, l’introduzione dell’accesso civico generalizzato e, soprattutto, la recente legge a tutela dei whistleblower”.

Secondo Carnevali “non va neppure trascurato l’importante lavoro svolto da Anac per prevenire il fenomeno e garantire un migliore funzionamento delle amministrazioni pubbliche”. Tuttavia secondo Carnevali “nonostante gli importanti passi avanti compiuti in questi ultimi anni, rimangono ancora diversi angoli bui nel settore pubblico e nella politica, a partire dai finanziamenti a quest’ultima”.

Concetto rimarcato anche dal direttore Esecutivo, Davide Del Monte, che riprende quanto sottolineato dal Presidente e dall’Advisory Board dell’associazione sul tema dell’opacità dei finanziamenti alla politica: “Siamo alla vigilia di elezioni cruciali per il nostro Paese, le prime dopo l’abolizione totale del finanziamento pubblico ai partiti, e noi cittadini siamo chiamati a votare dei candidati di cui non possiamo conoscere i reali finanziatori e, quindi, da quali interessi particolari vengono sostenuti”.

Secondo l’ong primi in classifica risultano esserci ancora una volta la Nuova Zelanda e la Danimarca rispettivamente con 89 e 88 punti. Maglia nera invece per Siria, Sud Sudan e Somalia con 14, 12 e 9. L’Europa occidentale è quella con le migliori prestazioni, con un punteggio medio di 66, mentre le peggiori sono l’Africa subsahariana (con una media di 32) l’Est Europa e l’Asia centrale (punteggio medio di 34).

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