Analisi: Commissione Ue sempre più a trazione tedesca

Jean-Claude Juncker con il nuovo segretario generale della Commissione europea, Martin Selmayr

BRUXELLES. – Per la prima volta un tedesco, per di più non funzionario Ue di carriera, assumerà dal primo marzo prossimo l’incarico chiave di segretario generale della Commissione europea. A occupare la poltrona, con un blitz organizzato in gran segreto che ha colto di sorpresa tutti per la sua tempistica, sarà Martin Selmayr.

Già influente capo di gabinetto del presidente Jean-Claude Juncker e artefice della sua ascesa alla massima carica della Commissione nel 2014, questo 47enne approdato a Bruxelles nel 2004 come portavoce avrà così un controllo diretto sui circa 30.000 funzionari che formano le fila dell’euroburocrazia pur mantenendo la regia dei lavori ‘politici’ dell’esecutivo europeo.

Salmayr prende il posto di Alexander Italianer, il funzionario europeo di lungo corso che lo stesso Juncker aveva voluto a capo del segretariato generale e che negli ultimi tempi era finito al centro delle cronache giornalistiche per il ruolo svolto nella procedura per l’assegnazione della sede dell’Ema. Italianer ha rassegnato le dimissioni che però, a quanto si è appreso, erano previste, ma non così presto.

Ma ad aver sorpreso praticamente tutti a Bruxelles è stata soprattutto la tempistica della nomina di Salmayr, su cui già da diverso tempo circolavano con insistenza indiscrezioni riguardo alle sue mire professionali. “Così il quasi ex capo di gabinetto del presidente si è posizionato per il dopo Juncker”, destinato a lasciare l’incarico tra 20 mesi, è stato il commento raccolto da diversi alti funzionari europei.

Per molti osservatori, la sua nomina però è espressione evidente del rafforzamento del controllo che la Germania, insieme alla Francia, sta esercitando sulle istituzioni europee attraverso la progressiva conquista di un sempre maggior numero di posti chiave. E’ in questa ottica che viene vista anche la tornata di nomine – la prima di una serie destinata a premiare i fedelissimi di Selmayr, scommettono gli addetti ai lavori – nei posti apicali della Commissione (cinque direttori generali e cinque vice) che ha accompagnato il blitz di Selmayr.

Un giro di poltrone che ha visto anche la promozione dell’italiano Mauro Petriccione, passato dalla posizione di vice direttore della dg commercio alla guida della direzione che si occupa dei cambiamenti climatici. Ma che avrebbe comunque creato qualche malumore in Italia perchè le intese lungamente contrattate con Bruxelles riguardo al posizionamento dei funzionari ‘tricolore’ non sarebbero state rispettate in pieno.

“Sia come sia una cosa è certa”, osservano i ben informati a Bruxelles. “Se si vuole recuperare terreno rispetto all’asse franco-tedesco il prossimo governo, qualunque esso sia, dovrà impegnarsi a fondo e velocemente”.