Elezioni, Gentiloni: “Pochi i violenti, ma impedire contagio”

Attenzione alta Viminale su Palermo e Roma. 5 indagati a Perugia

ROMA. – “Minoranze sparute” sono dietro i “gravissimi episodi” di violenza politica che stanno segnando le settimane che portano al voto del 4 marzo. Non c’è il rischio di un ritorno al clima degli anni ’70, perché “siamo perfettamente in grado di impedire che questi episodi abbiano contagio, diventino diffusi”.

Così il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, mentre l’attenzione del Viminale è puntata in particolare sulle manifestazioni che vedono sulle strade gli “opposti estremismi”, come quella di sabato a Palermo (Forza Nuova ‘versus’ antagonisti e centri sociali). Lo stesso giorno a Roma sfileranno gli antifascisti: tremila uomini delle forze dell’ordine vigileranno sul rischio infiltrati. L

a linea del ministro Marco Minniti è quella di abbassare i toni, presidiare in forze i cortei consentendo a tutti la libertà di espressione del proprio pensiero, ma tolleranza zero con chi supera i limiti. E ci sono cinque indagati (tre militanti di CasaPound e due di Potere al popolo) per gli scontri di ieri a Perugia.

Tensione anche a Torino, dove la Digos ha perquisito le abitazioni di alcuni militanti dei centri sociali e di esponenti di estrema destra, in vista dell’incontro elettorale di questa sera del leader di CasaPound Simone Di Stefano in un hotel del centro cittadino. Per l’occasione gli antagonisti hanno organizzato un corteo antifascista nelle vicinanze dell’albergo.

Il centro sociale Askatasuna definisce le perquisizioni “un’operazione al di fuori da ogni procedimento giudiziario, senza mandato, messa in piedi al solo scopo di intimidire chi non ci sta a contemplare il tappeto rosso che il sistema dei partiti sta dispiegando ai partitini neofascisti”.

Sempre Di Stefano protagonista di un altro caso. Il candidato premier di CasaPound ha infatti girato uno spot elettorale al Sacrario di Redipuglia (Trieste), dove sono custodite le spoglie di circa 100 mila soldati caduti nella prima Guerra mondiale. “Disgustoso” e “inaccettabile”, insorgono esponenti di Pd e LeU. Mentre il deputato Davide Mattiello (Pd) ha presentato alla procura di Torino un esposto contro CasaPound e Forza Nuova, che hanno “raccolto l’eredità politica del Partito Fascista. La giustizia farà il suo corso”.

Primi indagati, intanto, a Perugia, per lo scontro avvenuto tra militanti di Potere al popolo e di CasaPound nella notte tra martedì e mercoledì nei pressi di una plancia per l’affissione di manifesti elettorali. Rissa e lesioni i reati ipotizzati per i cinque. A Palermo, proseguono le indagini sul pestaggio del segretario provinciale di Forza Nuova, Massimiliano Ursino.

Fissata l’udienza di convalida dei fermi di Giovanni Codraro e Carlo Mancuso, i due giovani esponenti del centro sociale Anomalia che, insieme ad altri sei ragazzi (tra cui una donna), avrebbero aggredito Ursino. Il pm ha parlato di “azione vigliacca” che “non può far dubitare della sussistenza certa del dolo non delle lesioni ma del tentato omicidio”.

Il leader di LeU, Pietro Grasso, al forum Facebook-ANSA, condanna “la violenza, da qualsiasi parte possa provenire. Va condannata e va fermata cercando di reprimere sul nascere qualsiasi manifestazione di violenza collegata con la ideologia politica”. Alessandro Di Battista (M5S) si dice preoccupato per il clima, “ma fenomeni di violenza e rigurgiti di xenofobia non si contrastano con i minuti di raccoglimento boldriniani quanto rafforzando i diritti economici e sociali dei cittadini”.

Per Ignazio La Russa (FdI) “bisogna impedire che, con la scusa dell’antifascismo, tornato di moda, anziché parlare dei problemi seri della gente, si dia spazio a violenze e disturbi, come abbiamo visto in questi giorni”. Su InfoAut, sito di riferimento degli antagonisti, si rilancia: “quando qualcuno picchia un fascista il castello di carte crolla. Diventa palese che impedire a questa gente di fare il bello e il cattivo tempo è possibile, che non occorre passare per le urne o per chi sa quali interpretazioni sociologiche, basta fargli pagare il prezzo delle loro arroganza”.

(di Massimo Nesticò/ANSA)