Cina: commissariato colosso delle assicurazioni Anbang

Ha autorità gestione gruppo Waldorf Astoria e in affari con Trump

PECHINO. – Su Anbang Insurance Group scatta il commissariamento: il colosso assicurativo cinese, proprietario dell’hotel icona Waldorf Astoria di New York e con contatti d’affari con la famiglia del presidente Usa Donald Trump, è finito per un anno (rinnovabile) nella gestione delle autorità di regolamentazione di Pechino per “seri rischi” di solvibilità. Il fondatore Wu Xiaohui, ex presidente arrestato a giugno, è stato rimosso e dovrà difendersi dalle accuse sulla violazione di “reati economici”, riassunti dalla Shanghai Municipal People’s Procuratorate in raccolta illegale di fondi, appropriazione indebita e frode.

In una mossa senza precedenti, congelati gli organi sociali, un pool guidato dalla China Insurance Regulatory Commission, con rappresentanti di Banca centrale e Authority bancaria, sui mercati azionari e sugli scambi di valuta estera, ha preso la guida del gruppo, secondo un comunicato dalla Circ.

“Allo stato, le operazioni di Anbang Group sono in generale stabili e il business è solido sostanzialmente”, si legge ancora nella nota, secondo cui “i diritti legittimi e gli interessi dei clienti assicurativi e degli stakeholder sono protetti in modo effettivo”. Lo scopo è “cercare attivamente e introdurre buona qualità nel capitale sociale per ristrutturare la compagnia”.

Wu, originario di un’area rurale dello Zhejiang, fondò il gruppo nel 2004, costruendo poi un colosso assicurativo privato stimato in oltre 50 miliardi di dollari e finendo nel mirino per aver sostenuto lo shopping aggressivo, tra cui l’acquisizione del Waldorf Astoria di New York (pagato 2 miliardi di dollari, al prezzo più alto mai pagato negli Usa per un hotel) e le società rilevate in Corea del Sud e Olanda, avendo legami “politici” di peso grazie alla famiglia del leader riformista Deng Xiaoping di cui ha sposato la nipote Zhuo Ran.

La compagnia, con sede a Pechino, spiegò lo scorso anno di aver raccolto i fondi per l’espansione dai suoi azionisti, incassando anche pesanti sconfitte, come su Fidelity & Guaranty Life, la cui transazione da 1,6 miliardi di dollari non andò a buon fine.

Dopo la vittoria elettorale di Donald Trump alle presidenziali Usa, Anbang trattò un possibile investimento in un grattacielo di Manhattan della famiglia di Jared Kushner, genero del tycoon e suo consigliere: il confronto finì a marzo con un nulla di fatto. Con 30.000 dipendenti e 35 milioni di clienti, Anbang ha asset per 316 miliardi di dollari e interessi principali su polizze vita, banche, asset management e leasing.

Una conglomerata su cui la leadership cinese, a tutela della stabilità come sollecitato dal presidente Xi Jinping, ha cominciato a esercitare controlli sui crescenti rischi di “tipo sistemico” sollecitando il taglio dei debiti con la cessione di beni, come accaduto con HNA. Anbang ha in portafoglio quote nelle principali banche cinesi non a controllo statale, come Minsheng Bank (15,5%) e Merchant’s Bank (10,7%), mentre controllava una fetta del mercato dei premi assicurativi del 5,3% nel 2016 (dal 3,4% del 2015).

(di Antonio Fatiguso/ANSA)

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