Da Bottura a Verdone: “Chi governa guardi alla cultura”

Carlo Verdone durante la prima puntata del programma di Raitre "Rischiatutto", condotto da Fabio Fazio, Milano, 27 ottobre 2016. ANSA/DANIEL DAL ZENNARO

ROMA. – “A scuola, gli allievi prendono a coltellate i professori e i loro genitori li prendono a calci. Nei musei, si oscurano i nudi di Schiele e le bambine di Balthus. Nelle università si riscrive la storia, e nei teatri si riadattano i classici ai pregiudizi contemporanei. Per le strade, il pestaggio sostituisce il confronto delle idee, mentre sul web spopolano l’insulto e la condanna preventiva. In tutto il mondo, negare la cultura genera nuova violenza, ma in Italia si aggiunge il rischio della dissoluzione civile”.

Così scrive un nutrito gruppo di intellettuali, artisti, scrittori, registi, che vanno da Bottura a Verdone, da Portoghesi a Cristina Comencini, da Marco Tullio Giordana a Enrico Rava, da Vera Slepoj a Raffaele La Capria, da Marina Valensise a Biancamaria Frabotta, da Carlo Vanzina a Paolo Fresu.

Si rivolgono al prossimo governo perché a loro avviso “urge un impegno a tutto campo per puntare sulla cultura, purtroppo grande assente della campagna elettorale. Restituiamo all’Italia il suo ruolo di culla della cultura e della civiltà. Rilanceremo l’Europa guidandone la rifondazione, restituendo non solo dignità ai cittadini, ma futuro a chi sente di esserne privo”.

“Cultura – scrivono ancora – è aver cura, è il motore della crescita civile, è coscienza del patrimonio inestimabile di cui siamo depositari, a cominciare dalla lingua che parliamo, dai monumenti fra i quali viviamo, dai centri storici e dal paesaggio che ci circondano. Puntare sulla cultura significa valorizzare i tesori ricevuti in dono dal passato e farli rivivere per consegnarli alle nuove generazioni, col senso pieno di comunità che accompagna chi ne è consapevole.

Ritornare alla cultura vuol dire, dunque, pensare nuove strategie per educare e ispirare i più deboli, grazie ai prodigiosi strumenti che abbiamo a disposizione. E’ questo uno fra i primi compiti che spettano a chiunque, dopo il 4 marzo, avrà responsabilità al governo o all’opposizione. Abbia cura della cultura e dei diritti dei cittadini, attinga anche alla competenza e all’energia delle migliori risorse del paese, e valorizzi nell’interesse di tutti un immenso capitale da preservare con passione”.

Questi i firmatari: Marina Valensise, fondatrice di vale, ex direttrice dell’Istituto di cultura a Parigi Vera Slepoj, psicoterapeuta Raffaele La Capria, scrittore Carlo Verdone, regista Maurizio Bettini, antichista Paolo Fresu, musicista, compositore Luca Serianni, storico della lingua italiana Quirino Principe, filosofo della musica Toto Bergamo Rossi, restauratore Patrizia Asproni, Presidente Confcultura Pina Amarelli Mengano, imprenditrice Paolo Portoghesi, architetto Enrico Vanzina, sceneggiatore e scrittore Carlo Olmo, storico dell’architettura Massimo Bottura, cuoco Enrico Rava, musicista Eva Cantarella, grecista Elio Pecora, poeta Raffaele Casarano, musicista, compositore Marco Filoni, filosofo Marco Giammona, ingegnere Emanuele Trevi, scrittore Stefano Gervasoni, musicista, compositore Paola Gribaudo, editore Vittorio Montalti, musicista, compositore Marco Tullio Giordana, regista Daria Galateria, saggista Dino Rubino, musicista, compositore Marcello Smarrelli, storico dell’arte e curatore Paolo Gori, editore Alessandro Campi, storico e politologo Alberto Saravalle, professore, avvocato Elena Loewenthal, traduttrice Antonio Forcellino, restauratore Emanuele Torquati, pianista Massimo Alvisi, architetto Giuseppe Caccavale, artista William Greco, musicista, compositore Luca Campigotto, fotografo Francesco Filidei, musicista, compositore Giorgio Sasso, violinista Enzo Restagno, saggista Francesco Mario Corrao, arabista Cristina Comencini, scrittrice e regista Brunello Tirozzi, fisico Noemi Paolini Giachery, saggista Emerico Giacheri, italianista Roberto Deidier, comparatista Bianca Maria Frabotta, italianista Silvia Ronchey, bizantinista Massimo Di Gesu, compositore Ennio Pouchard, critico d’arte.

STF/ S0B QBXB