Sacro e moda al Met, cardinal Ravasi: “Dio il più grande sarto”

Presentata a Roma dal Cardinal Ravasi, Anna Wintour e Donatella Versace la mostra al Met di Ny che mette in dialogo sacro e moda: "Heavenly Bodies: Fashion and the Catholic Imagination" (Corpi celesti: la moda e l'immaginazione cattolica) © ANSA

ROMA. – “Parafrasando un filosofo materialista dell’800 che diceva ‘L’uomo è ciò che mangia’, io dico che l’uomo è ciò che veste. Già dalla Bibbia si capisce che è Dio il più grande sarto: capitolo terzo versetto 20, Dio fece all’uomo e alla donna tuniche di pelle e li vestì”.

E’ il cardinal Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, a presentare a Roma, nella Galleria di Palazzo Colonna, “Heavenly Bodies: Fashion and the Catholic Imagination” (Corpi celesti: la moda e l’immaginazione cattolica), una mostra che farà dialogare sacro e profano, moda e paramenti sacri, dal 10 maggio all’8 ottobre, al Metropolitan Museum (Met). Centocinquanta abiti saranno esposti tra l’Anna Wintour Costume Center e la galleria medievale del Met in Fifth Avenue, i paramenti sacri – per l’esattezza 40, mai usciti dalle sacrestie della Cappella Sistina – nei Met Cloister, ala separata del museo che comprende cinque antichi chiostri disseminati nell’Upper Manhattan.

Comprendono tiare papali e mitre cardinalizie dell’800 preziosissime, decorate con migliaia di pietre e diamanti, piviali ricamati in oro, come quello indossato da Papa Benedetto XV (pontificato 1914-1929), esposto in anteprima nella Galleria di Palazzo Colonna, per la gioia della stampa accorsa alla presentazione da tutto il mondo.

Seduta tra Donatella Versace e Pierpaolo Piccioli, Anna Wintour, iconica direttrice di Vogue America, per molti ispiratrice del film cult Il diavolo veste Prada, con il suo inossidabile caschetto biondo, gli immancabili occhiali scuri, che toglie solo per le foto, e un abito di velluto liscio rosso sangue, stesso colore della pelliccia di visone con cui scende dalla macchina per entrare a Palazzo Colonna a Roma, ascolta silenziosa le parole del cardinale, orgogliosa della mostra curata da Andrew Bolton, di cui lei è deus ex machina.

“Paragonata alle ultime mostre del Met – precisa Wintour – questa è senz’altro la più grande mai fatta per dimensioni e ricchezza. Speriamo di avere molti visitatori anche dall’Italia. C’è molto da imparare e da capire”. Ma anche il sacro contiene la sua dose di creatività e bellezza. “Quando Picasso vide le casule disegnate da Matisse – ricorda il cardinal Ravasi – disse, ‘Questi non sono paramenti sacri ma farfalle che volano nel cielo di Dio'”.

Per la moda saranno dunque in mostra creazioni ‘divine’ ispirate all’arte sacra delle più prestigiose maison del mondo. Tra queste l’abito di Dolce & Gabbana della collezione F/W 2013/14 decorato con i disegni delle figure dei mosaici dorati dell’abside del Duomo di Monreale. Così come l’abito con la croce bizantina disegnato da Gianni Versace nel 1997 (Versace è tra gli sponsor dell’evento assieme all’editore Condé Nast e a Blackstone).

La mostra comprende anche l’abito da sposa disegnato da Coco Chanel, con chiari richiami a quel senso della religione che permeò tutto lo stile e la creatività della grande Coco, che visse la sua adolescenza dentro al convento delle suore di Aubazine.

Saranno in mostra anche le ieratiche cappe della collezione di Valentino 2017 disegnata da Pierpaolo Piccioli, ispirate al pittore spagnolo Francisco Zurbaran celebre per i suoi ritratti di santi e beati in estasi. Ci saranno le creazioni di Schiaparelli, di Balenciaga, di Riccardo Tisci, di Jean Paul Gaultier, di Christian Dior disegnato da John Galliano, di Lanvin e di Vionnet.

(di Patrizia Vacalebri/ANSA)

Lascia un commento