Bombe sulla Ghuta, nessun civile evacuato o soccorso

Nyt, Corea Nord ha inviato in Siria materiali per armi chimiche

BEIRUT. – Nessuno dei 400mila civili intrappolati nella Ghuta, l’area assediata a est di Damasco, è stato evacuato o soccorso, nonostante la “pausa umanitaria” decisa dalla Russia ed entrata in vigore stamani per cinque ore, durante le quali i raid governativi si sono comunque ridotti rispetto agli ultimi dieci giorni di offensiva. Su questo il premier italiano Paolo Gentiloni ha affermato che “i giochi di guerra sulla pelle della popolazione siriana continuano, nonostante gli appelli della comunità internazionale, appelli al cessate il fuoco che anche io rinnovo”.

Intanto sul governo di Damasco piovono nuove accuse. Secondo un rapporto pubblicato dal New York Times che cita esperti Onu, la Corea del Nord ha spedito ai siriani forniture che potevano essere usate per la produzione di armi chimiche. Tecnici nord coreani sono anche stati avvistati mentre lavoravano in impianti di armi chimiche e missili in Siria.

La Croce Rossa Internazionale ha affermato che i “corridoi umanitari” annunciati da Mosca e dall’alleato siriano non possono essere usati dai civili senza un accordo tra le parti belligeranti e senza le necessarie garanzie di sicurezza. Su questo Jaysh al Islam, la fazione armata anti-regime che domina la Ghuta e che riceve sostegno dall’Arabia Saudita, ha commentato tramite il suo rappresentante Muhammad Allush la decisione russa di indire la “pausa umanitaria”, affermando che questa iniziativa serve a svuotare la Ghuta, da circa dieci giorni sotto intensi raid aerei, dei suoi civili e non a portare soccorso.

Dal canto suo il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov ha risposto mettendo in dubbio la volontà delle forze armate anti-regime nella Ghuta di aderire alla risoluzione Onu di sabato scorso, in cui si chiedeva una tregua di 30 giorni ma che è stata violata dopo meno di 24 ore. Anche oggi i bombardamenti aerei e di artiglieria governativi sono comunque proseguiti sulla Ghuta. E secondo fonti mediche locali si registrano almeno otto morti tra i civili, tra cui un bambino.

Le aree più colpite sono Kfar Batna, Jisrin, Arbin, Harasta, Duma. L’agenzia governativa siriana Sana ha invece accusato i “terroristi” della Ghuta di lanciare colpi di mortaio sul posto di blocco attraverso cui dovrebbero passare, secondo Mosca e Damasco, i civili in fuga dall’area assediata. La Russia ha inoltre affermato che “durante la pausa umanitaria miliziani armati hanno continuato ad attaccare le posizioni delle forze governative vicino alle città di Hazram e Nashabiya, e dopo l’una del pomeriggio sono anche passati all’offensiva in altre aree”.

Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, più di mille civili hanno urgentissimo bisogno di aiuto medico perché feriti o gravemente malati. Ma la Croce Rossa Internazionale ha ribadito che la “pausa umanitaria” decisa dalla Russia “offre poco tempo per portare aiuto e non dà garanzie di sicurezza”. L’ultimo convoglio umanitario ha portato aiuti nella Ghuta lo scorso novembre, ha ricordato Ingi Sedky, portavoce della Croce Rossa a Damasco.

(di Lorenzo Trombetta/ANSAmed)