007 accusano Trump: “Nessun ordine per fermare Mosca”

La sede della National Security Administration (NSA). EPA/JIM LO SCALZO

NEW YORK. – Donald Trump non sta facendo nulla per contrastare gli sforzi della Russia, che ha come chiaro obiettivo quello di continuare a interferire nelle elezioni americane: da quelle di metà mandato a novembre, in cui sarà rinnovato gran parte del Congresso, alle presidenziali del 2020.

A puntare il dito sulla Casa Bianca stavolta non sono i democratici, ma nientemeno che uno dei massimi vertici dell’intelligence americana, Mike Rogers, direttore della National Security Agency (Nsa). In un’audizione a Capitol Hill Rogers – che è anche il responsabile dello Us Cyber Command – ha risposto chiaramente ai senatori di non aver ricevuto alcun ordine o direttiva per fermare la persistente azione di disturbo di Mosca, né da parte di Trump né da parte del capo del Pentagono James Mattis.

Rogers ha anche spiegato come, in base alle informazioni raccolte dagli 007 della Nsa, il presidente russo Vladimir Putin sia arrivato alla conclusione di “rischiare ben poco” per l’offensiva lanciata sia sui social media sia attraverso una serie di cyber attacchi. Offensiva tesa a diffondere fake news e a influenzare l’opinione pubblica e l’elettorato americani.

“E’ chiaro, quello che abbiamo fatto finora non è stato abbastanza”, con i russi che finora “non hanno pagato un prezzo tale da modificare il loro atteggiamento”, ha denunciato il capo della Nsa, che alcune settimane fa ha annunciato l’addio al suo incarico in primavera, poco prima della scadenza naturale. Forse per questo in una delle ultime sue audizioni in Congresso ha voluto togliersi più di un sassolino dalla scarpa.

“Non ho ricevuto nessun ordine per contrastare le interferenze russe – ha affermato Rogers – e io per fare questo ho bisogno di una decisione politica. Una decisione in cui si indica la direzione da seguire. E fondamentalmente è il presidente che deve prendere questa decisione, in conformità con le raccomandazioni del segretario alla difesa”.

L’ira dei democratici a Capitol Hill non si è fatta attendere, contro un presidente da sempre sospettato di avere legami con gli ambienti del Cremlino e che ancora nelle ultime ore è tornato ad attaccare con veemenza su Twitter le indagini del procuratore speciale Robert Mueller, parlando nuovamente di “caccia alle streghe”, negando ogni collusione con Mosca e accusando gli investigatori di essere politicizzati e faziosi.

Grande imbarazzo alla Casa Bianca, con la portavoce Sarah Sanders costretta a respingere le accuse e a difendere il presidente Trump: “Noi stiamo esaminando modi differenti” per contrastare le interferenze russe. Poi ancora una volta un attacco all’ex presidente Barack Obama criticato per non aver fatto nulla prima delle presidenziali del 2016: “Noi stiamo usando altri modi per mettere sotto pressione Mosca”.

(di Ugo Caltagirone/ANSA)