Ostia antica come Pompei, arriva il Grande Progetto

Da Cipe 40 mln euro. Barbera: "Al via grande campagna restauri"

ROMA. – Un Grande Progetto per il rilancio di Ostia antica, com’è stato per Pompei. Con un investimento importante di fondi pubblici, in tutto 32 milioni di euro, in questo caso italiani, ma anche un collegamento con l’università di Roma Tre (grazie ad uno stanziamento di altri 8 milioni di euro) che già dal prossimo autunno farà partire un corso di laurea ad hoc, e un campus per gli studenti allestito dalla Regione Lazio nei due palazzi dell’ex Hotel Enalc.

“Per noi significa fare un salto di scala, daremo il via ad una importante campagna di restauri anche di mosaici e pitture e spazio alla ricerca”, annuncia soddisfatta all’ANSA la direttrice del Parco Mariarosaria Barbera. Tanti restauri, quindi, come si è fatto in questi anni per Pompei, ma anche un lavoro di progettazione, spiegano dal ministero guidato da Dario Franceschini, “per riconnettere il complesso archeologico di Portus in un sistema di visita unitario, che ne esalti il carattere di paesaggio, il valore storico-artistico e naturalistico e le diverse componenti al suo interno, dal porto di Claudio alle navi antiche, fino al parco del porto di Traiano”.

Nel neonato parco c’è tanto fare, spiega d’altronde Barbera, in primo luogo restauri: “Non solo di murature, abbiamo tanti mosaici e affreschi”. Ostia in questo è un unicum, sottolinea l’archeologa, perché a differenza di Pompei, che fu seppellita dall’eruzione nel primo secolo dopo Cristo, nella cittadina alle porte della capitale, che della Roma antica fu biglietto da visita e prima popolosa colonia (nel secondo secolo vi abitavano 50 mila persone) “legatissima a Roma ma indipendente, le testimonianze di pittura romana vanno dalla prima età imperiale fino al quarto secolo dopo Cristo”.

I fondi in arrivo verranno usati dunque per restaurare e fare ricerca, ma anche per “risistemare la nuova ala del museo, e per dare vita ad un museo diffuso negli 84 ettari della città antica, una città che noi percepiamo come viva, così come viva è Isola Sacra, che è la più grande necropoli monumentale”. E poi ancora il porto, dove, aggiunge la direttrice, “riusciremo ad aprire il museo delle navi di Fiumicino e a fare restauri importanti”. Ostia, sottolinea, “significa fiume, mare, commerci, il più grande sistema portuale della antichità”.

Restauri, riapertura e studi, che ad Ostia, ribadisce l’archeologa, sono particolarmente necessari: “Qui i grandi scavi sono stati fatti ad inizio Novecento e poi, con la prima Esposizione, si cercò la Roma imperiale e si distrusse il tardo antico: una ricerca condotta con metodologie e sistemi al passo con i tempi consentirà di ricucire lo strappo e anche di finire il discoprimento del decumano, la più grande arteria di Roma”.

Il primo passo ora sarà la progettazione concreta degli interventi e la messa a punto delle gare, “perché bisogna spendere bene”. Ci sarà, insomma, da rispettare i necessari tempi tecnici, anche se Barbera, che prima di Ostia ha guidato Colosseo e Fori, è ottimista: “In tre anni si dovrebbe cominciare a vedere moltissimo”.

Contemporaneamente, nei due palazzi dell’ex Enalc Hotel di proprietà della regione Lazio apre uno studentato da 50 posti insieme con un polo universitario di Ostia, legato a un nuovo corso di laurea dell’Università Roma Tre in Ingegneria delle tecnologie per il mare. Sarà il primo corso di questo genere in Italia realizzato con Cnr, Asi, Agenzia Spaziale Italiana e Insean (Istituto Nazionale per Studi ed Esperienze di Architettura Navale).

(di Silvia Lambertucci/ANSA)

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