Vaticano: con un brevetto della Norvegia i suoi manoscritti immortali

Accordo tra la Biblioteca e azienda di Oslo, digitalizzazione su nastro

CITTA’ DEL VATICANO. – I più preziosi documenti bibliografici vaticani consegnati di fatto all’immortalità. Accade grazie all’accordo firmato questa mattina in Vaticano, nella solenne cornice del Salone Sistino, tra la Biblioteca apostolica vaticana e la società norvegese Piql As di Drammen che adotta nuove nanotecnologie per la digitalizzazione dei documenti originali, tramite riversamento su nastro.

Un prototipo creato con questa modalità, il codice urbinate della Divina Commedia, “la prima pietra” secondo i tecnici di Piql, è già conservato al World Arctic Archive, alle isole Svalbard, appunto in Norvegia, in condizioni tali (un luogo particolarmente protetto, visto che le isole sono state dichiarate territorio demilitarizzato e che l’archivio si trova all’interno di una montagna a prova di disastro nucleare) che la sua durata è stimata in almeno mille anni.

“L’immortalità!” ha commentato scherzando mons. Jean-Louis Brugues, prefetto della Biblioteca, estendendo la firma dell’accordo ai rappresentanti della società thailandese Scg Ltd di Bangkok che permetterà di restaurare, digitalizzare e preservare per sempre tramite la nuova tecnologia brevettata dalla società Piql alcuni dei più importanti manoscritti, tra gli 82 mila custoditi nella Biblioteca Vaticana.

“Oggi alla conservazione tradizionale si è affiancato un ulteriore strumento: la digitalizzazione ad alta definizione – scriveva ieri sull’Osservatore Romano il prefetto della Biblioteca Vaticana, mons. Cesare Pasini anche lui presente alla stipula della firma stamani -. Fotografando un manoscritto, conservo infatti memoria di esso come si trova ora, prima di eventuali deperimenti che possono purtroppo sopravvenire nel corso di anni e di secoli”.

Inoltre, “fornire una copia digitalizzata significa dare in consultazione quel manoscritto per tutto il tempo necessario ma dopo aver lavorato sulle sue immagini riprodotte senza quindi accedere a tempo pieno all’originale”.

Si presenta ora un’ulteriore modalità: la conservazione digitale su nastro: con la nanotecnologia brevettata dalla Piql, si tratta “di preservare, all’interno di una speciale pellicola, la cui durata è garantita per almeno 500 anni, qualsiasi tipo di dati digitali in forma binaria semplice (0101), in una modalità open source, che rimanga inalterabile e possa venir recuperata in futuro in modo facile e veloce”.

“Partiremo con la conservazione di questi rarissimi manoscritti thailandesi che si trovano alla Biblioteca vaticana – spiega Maurizio Tuccio, esclusivista di Piql per l’Italia -, poi andremo avanti con il trattamento di manoscritti a più alto tasso di deterioramento che rappresentano una conservazione straordinaria per il futuro perché rischiano di essere persi per sempre. Abbiamo l’ambizione di divenire la stele di Rosetta dei manoscritti vaticani”.

(di Nina Fabrizio/ANSA)

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