Autonomia, vittoria di Zaia: “Ora non si torna indietro”

Nella foto: il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia
Nella foto: il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia (LaPresse - Andrea Gilardi)

VENEZIA. – “Da qui non si torna indietro”: per il governatore del Veneto Luca Zaia la firma con i presidenti di Lombardia ed Emilia Romagna del patto sull’autonomia è un passaggio del Rubicone senza possibilità di ripensamenti. “Un grande obiettivo è stato l’aver inserito nell’intesa il superamento della spesa storica – commenta Zaia – la trattativa su 23 materie come previsto dalla Costituzione, la compartecipazione ai relativi tributi, l’istituzione di una Commissione paritetica come per Trento e Bolzano”.

La svolta sta tutta nell’articolo 4 dell’accordo, in base al quale una commissione Stato-Regione determinerà “le modalità per l’attribuzione delle risorse finanziarie, umane e strumentali” necessarie all’esercizio “di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, trasferite o assegnate dallo Stato alla Regione”. Parole che mettono nero su bianco il superamento della spesa storica, la ‘madre di tutte le battaglie’ che ha portato alle urne per il referendum il 22 ottobre 2 milioni e 400 mila veneti.

La trattativa ad uno stadio avanzato sancita dal patto riguarda le politiche del lavoro, l’istruzione, la salute, la tutela dell’ambiente e dell’ecosistema, mentre – secondo la Regione – non è stato compiutamente definito il capitolo che riguarda i rapporti internazionali e con l’Unione Europea. Per le altre 18 materie l’impegno è di aprire tavoli di confronto entro giugno.

Per la sanità è riconosciuta la possibilità di rimuovere i diversi vincoli di spesa dello Stato, comprese le spese per il personale. E’ assegnata maggior autonomia di gestione dell’organico, inclusa la regolamentazione della libera professione. Importante anche il passaggio sulla formazione specialistica dei medici: si riconosce alla Regione la possibilità di avviare nuovi percorsi per la stipula di contratti a tempo determinato, definiti di “specializzazione lavoro”.

Ampia autonomia anche sulla governance delle aziende sanitarie, in tema di tariffe e di compartecipazione alla spesa. In campo ambientale, l’intesa porta in dote al Veneto l’ampliamento degli spazi di intervento su rifiuti, prevenzione e ripristino ambientale, la gestione delle procedure di bonifica dei siti inquinati.

Quanto alle competenze del lavoro, la Regione non incassa la richiesta di gestione degli ammortizzatori sociali e della previdenza complementare ma strappa, per ora, l’autonomia in materia di politiche attive del lavoro, sia sul fronte legislativo che organizzativo. Viene esplicitamente riaffermato uno standard elevato delle politiche attive, di logica europea, da agganciare a risorse finanziarie congrue e stabili.

Passi avanti in chiave autonomistica, infine, sul fronte dell’istruzione: il patto permetterà al Veneto di incidere sulla qualità del servizio, sulla programmazione dell’offerta e, almeno parzialmente, sulle attuali carenze di organico attraverso dotazioni aggiuntive con le quali sarà possibile assumere insegnanti e personale Ata.

(di Rosanna Codino/ANSA)

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