USA in procinto di nuove sanzioni contro il Venezuela

CARACAS – L’avvicinarsi delle presidenziali volute dal governo di Maduro sta provocando reazioni internazionali. Una fonte anonima ha informato l’agenzia Reuters che il presidente americano starebbe pensando di applicare nuove sanzioni al Venezuela prima e dopo i comizi del 22 aprile.

Il dibattito sul da farsi è già iniziato alla Casa Bianca che non scarta la possibilità di un embargo al petrolio venezuelano, limitando l’invio di petrolio venezuelano per fare più pressione sul governo di Maduro.  Ma ci sarebbe anche sotto la mira una compagnia di servizi petroliferi amministrata da militari venezuelani.

Inoltre, si specula che il presidente americano stia valutando nuove sanzioni a funzionari militari e politici venezuelani, tra i quali ci sarebbe DiosdadoCabello.

Necessario importare petrolio

La situazione delle raffinerie venezuelane è precaria. E un embargo da parte degli americani peggiorerebbe una situazione già sull’orlo del collasso. Il mercato petrolifero venezuelano si trova già in stato di sofferenza.

Difatti, Reuters riporta che le raffinerie venezuelane in terra ferma ed il Caribe prevedono di lavorare al 43% della loro capacità nel mese di marzo.

È stata la statale venezuelana PDVSA a proiettare le cifre. Sperano di processare 701.000 barili giornalieri tra grezzo nazionale ed importato per soddisfare il fabbisogno del paese.

Le proiezioni indicano che il paese avrà bisogno di 425.000 barili a marzo e siccome PDVSA non può produrli, dovrà importarne all’incirca 293.000.

Raffinerie venezuelane in crisi

Le raffinerie venezuelane affrontano mille problemi che impediscono la produzione. Amuay processerà la metà, cioè 303.000 barili, quando avrebbe la capacità di produrne 655.000. Ad Amuay non funzionano gli impianti di hidrotreating, delayed cooking e alchilazione. Altri come il cracking funzionano parzialmente.

Cardón, un’altra raffineria, scenderà da 310.000 barili a 110.000 per ragioni simili.El Palitoe Pto La Cruz seguono la stessa sorte. Mancano pezzi di ricambio per la manutenzione degli impianti.

Mentre lo stabilimento in Curaçao, Isla,processerà soltanto 56.000 barili per lavori straordinari di manutenzione che dovrebbero concludersi ad aprile. Isla potrebbe produrre ben 335.000 barili in condizioni di normale funzionamento.

Quindi, la situazione non potrebbe essere peggio. Il Venezuela dovrebbe esportare l’oro nero e invece gli tocca importarlo per sopravvivere.

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