Italia: Pil spinto dagli investimenti, ma i consumi segnano il passo

In 2017 +1,5%. Frenata ultimo trimestre con la spesa delle famiglie piatta

ROMA. – Se le aziende continuano a investire le famiglie ora sembrano concentrate più sui risparmi che sulle spese. L’ultimo scorcio del 2017 ha visto il Pil salire ancora ma a ritmi più lenti rispetto al resto dell’anno: l’aumento, conferma l’Istat, si è fermato allo 0,3% nel quarto trimestre rispetto al precedente.

Se fosse stato per i consumi però l’economia sarebbe rimasta ferma. Il loro contributo al rialzo è stato nullo. Hanno invece trainato gli acquisti delle imprese e il solito export, rimediando all’emorragia delle scorte nei magazzini. Quanto all’intero 2017, la fotografia dell’Istat conferma le stime.

La crescita è stata dell’1,5%, anche nel calcolo che neutralizza gli effetti di calendario (due giornate lavorative in meno rispetto all’anno precedente). E per il 2018 si parte già da un +0,5%: tecnicamente si chiama variazione acquisita ed è l’aumento del Prodotto interno lordo che si otterrebbe anche in caso di un andamento piatto in tutto l’anno.

Pericolo scongiurato, visto che per l’economista di Intesa Sanpaolo, Paolo Mameli, nel primo trimestre del 2018 il Pil aumenterà dello 0,4%. Il report dell’Istituto di statistica va nel dettaglio, analizzando quali sono state le leve e le zavorre dell’economia nell’ultimo trimestre del 2017.

Ecco che la parte da leone la fanno gli investimenti, aumentati dell’1,7% e del 4,4% su base annua. E non è il primo rialzo collezionato, anzi nel trimestre precedente si è toccato un picco. Potrebbero avere dato una spinta le agevolazioni per gli ammortamenti, soprattutto di macchinari tecnologici, anche se a volare è la voce mezzi di trasporto.

Non a caso l’industria fa bene e anche le costruzioni. I servizi tengono mentre l’agricoltura crolla, toccando, denuncia la Coldiretti, “il minimo da 5 anni”. Intanto la spesa delle famiglie sale appena dello 0,1%. Rispetto allo stesso trimestre del 2016 il dato è più alto (+1,2%) ma in frenata. Già nel corso dell’anno i consumi avevano dato forfait tuttavia poi sembravano essersi ripresi.

Ad andare peggio poi sono proprio gli acquisti di beni ‘non durevoli’, ovvero la spesa di tutti i giorni. Difficile determinare la causa precisa dell’arretramento. Di certo, lo stesso l’Istat aveva messo in risalto il risveglio dei risparmi. Il segnale non piace alle associazioni dei consumatori, sia l’Unc che il Codacons lo definiscono “preoccupante”.

(di Marianna Berti/ANSA)