Voto estero: presunti brogli, pm Roma indaga sul voto in Canada

Voto estero
Sacchi con le buste del voto estero a Fiumicino

ROMA. – Al momento è un fascicolo senza indagati e senza ipotesi di reato ma i magistrati della Procura di Roma vogliono fare chiarezza in relazione a presunti brogli avvenuti nelle circoscrizioni estere nel corso del voto per le Elezioni politiche. In particolare i pm di piazzale Clodio, coordinati dal procuratore capo Giuseppe Pignatone, hanno avviato una indagine sul voto avvenuto in Canada, nella circoscrizione America Settentrionale e Centrale.

Nel fascicolo potrebbero presto finire anche una serie di segnalazioni giunte nei giorni scorsi da diverse sedi diplomatiche e in particolare da consolati che avrebbero denunciato presunti brogli durante il voto destinato ai cittadini italiani che vivono all’estero e in particolare quelli residenti nella circoscrizione Europa.

Spetterà agli inquirenti, una volta che saranno a loro disposizione tutti i documenti legati all’attività di voto, verificare se ci siano state delle “anomalie” e delle irregolarità tali da poter individuare profili penali come la compravendita di voti. Non è escluso che nel procedimento possa confluire poi la vicenda, denunciata dalla trasmissione televisiva Le Iene, su presunti broglio a Colonia e in Germania.

La Digos, su richiesta della Procura, procederà ad acquisire il servizio andato in onda domenica sera e stilerà una prima informativa. Ma la Farnesina fa sapere di riservarsi “ogni possibile azione legale a tutela della propria immagine” in merito al servizio tv delle Iene. Dall’esame del video, si legge in una nota del ministero degli Esteri, “emergono infatti serie incongruenze”. Nell’esame della vicenda, sottolinea la Farnesina, sarà coinvolta anche l’unità della polizia postale competente per il contrasto alle cosiddette ‘fake news’.

Nell’inchiesta giornalistica mandata in onda da Italia 1 si fa riferimento, in particolare, ad una tipografia di Colonia dove sarebbero state acquistate da una persona che lavora per uno dei candidati, migliaia di schede elettorali ancora da compilare e, in questo modo, sottraendole agli elettori.

Proprio la Germania, nelle elezioni del 2008, fu teatro di una vicenda di brogli legata all’elezione del senatore (poi dimessosi) del Pdl, Nicola Di Girolamo che in primo grado patteggiò una pena a cinque anni con la restituzione di 4 milioni di euro tra liquidi, beni immobili e quote di società e auto di lusso.

L’ex senatore era accusato di associazione per delinquere finalizzata all’evasione fiscale e al riciclaggio transnazionale e di scambio elettorale aggravato dal metodo mafioso in relazione alla sua candidatura nella circoscrizione Europa alle politiche di dieci anni fa.

Secondo l’accusa, la sua elezione nel collegio estero di Stoccarda sarebbe stata favorita da un broglio elettorale realizzato dalla famiglia Arena, della ‘ndrangheta di Isola Capo Rizzuto, che avrebbe acquistato numerose schede elettorali fra gli immigrati calabresi nella città tedesca, apponendo poi sulle schede il voto per Di Girolamo.