CARACAS. -L’economia è in caduta libera e le cause sono tante. Una di queste è la diminuzione della produzione petrolifera. E l’opinione di José Guerra, membro della commissione delle finanze dell’Assemblea Nazionale. Ma chiarisce che è soltanto una delle tante.
L’economia sta retrocedendo – spiega Guerra – anche perché non c’è consumo dovuto all’iperinflazione che sta annullando la capacità d’acquisto della gente.
E Rafael Guzmán, deputato per PrimeroJusticia, aggiunge che la Banca Centrale del Venezuela sta contribuendo alla débâcle economica del paese perché non fa altro che imprimere moneta inorganica. E con tutto il denaro che la nazione ha ricevuto quando il petrolio era ben quotato, non è riuscita a investire in infrastruttura, ospedali e scuole e, meno che meno, nella produzione alimentare.
Fedecamaras: economia in picchiata
Carlos Larrazabal, presidente di Fedecamaras condivide le opinioni di Guerra e Guzmán ma assicura, inoltre, che il governo è impegnato nel vincere le elezioni del 20 maggio e così facendo trascura il grave problema economico che vive la nazione.
Anche Larrazabal afferma che l’economia è in continua contrazione dal 2014. L’imprenditore assicura che il settore privato è sempre più fermo:
“Nel settore industriale siamo rimasti con meno di un terzo delle aziende che operavano 18 anni fa e quelle che rimangono stanno lavorando tra il 24 e il 30% della loro capacità.”
Intervistato da Cesar Miguel Rondón, Larrazabal ha inoltre fatto notare che la riduzione dell’orario di lavoro nelle aziende è direttamente vincolata alla diminuzione dell’attività. E l’attività è minore anche perché “non c’è sicurezza, né inventario alcuno, né liquidità” ha aggiunto.
C’è sempre meno materia prima per produrre e ci sono spese che rimangono fisse, perciò diminuisce la produzione ma ti costa di più il poco che riesci a fare – chiarisce.
Dunque, le aziende sono a rischio. E il governo non fa altro che aumentare i salari e le tasse: cioè getta più benzina al fuoco – allerta l’imprenditore.
La situazione è peggiore nell’entroterra del paese
Nelle zone agricole il problema è più complesso ha ammesso Larrazabal. La popolazione non fa uso della banca e quindi i lavoratori si pagano con liquido – ha detto – e siccome c’è scarsità anche di contanti, è stato proprio nelle zone agricole che si è iniziata la compravendita di denaro.
Inoltre – spiega – questa scarsità incide direttamente sul comportamento dei lavoratori che non si presentano perché non possono venire pagati.
Il presidente di Fedecamaras ancora una volta ribadisce che è necessario un cambio nel modello economico e politico perché quello adottato dal governo sta portando il paese alla distruzione e soltanto alla dipendenza del sussidio governativo a una parte della popolazione.
Larrazabal ha criticato il governo perché davanti a questa marea di problemi sembrerebbe che la paralisi alla quale è destinata la nazione non gli importi, ma segua soltanto l’obiettivo elettorale.