Elezioni: dal mondo cattolico allarme ingovernabilità

Osservatore Romano, Italia senza maggioranza. Sir, è la Terza Repubblica

ROMA.  – Dalla Chiesa e dal mondo cattolico, rispetto all’esito elettorale, sale alto e forte l’allarme ingovernabilità. E’ lo stesso quotidiano della Santa Sede a titolare in prima pagina su un'”Italia senza maggioranza”. “Sulla carta – scrive l’Osservatore Romano – una maggioranza stabile non c’è. Questo il principale verdetto delle elezioni politiche italiane che si sono svolte ieri. Spetta ora al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, decidere, sulla base di questi risultati, a chi affidare il mandato, presumibilmente esplorativo, per formare il governo”.

“Il Movimento 5 stelle (M5s) ottiene il maggior numero di consensi, mentre il centrodestra, all’interno del quale la Lega sopravanza Forza Italia (Fi), è la coalizione più votata. Netto calo per il centrosinistra, che registra il crollo del Partito democratico (Pd), sceso ben al sotto della soglia del 20 per cento”, sintetizza il giornale vaticano riferendo dell’esito del voto.

Ancora più drastica l’analisi di Famiglia Cristiana, secondo cui il quadro che esce dalle urne “è quello di un’Italia ingovernabile”. Il settimanale dei Paolini, in un commento online, osserva che “non si delinea una maggioranza capace di tradursi in forza di governo”.

“Che succederà ora? – continua – Il primo ostacolo per il Paese è la turbolenza dei mercati. I due movimenti che hanno vinto le elezioni sono fortemente critici nei confronti dell’Europa, per usare un eufemismo. La stessa Marine Le Pen ha scritto che l’Europa ha passato una brutta nottata dopo gli esiti del voto elettorale italiano”.

“Non si può dire che l’esito delle elezioni abbia lasciato dubbi sui vincitori e sui vinti”, sottolinea comunque Famiglia Cristiana, constatando che “a trionfare sono i Cinque Stelle, che vendemmiano ovunque, da Nord a Sud (ma nel Meridione è un cappotto al di là delle aspettative) e la Lega di Salvini”, mentre “tra gli sconfitti, oltre al partito Liberi e uguali di Grasso, Bersani e D’Alema c’è il Pd di Renzi”.

A fare delle ipotesi sul dopo è invece, sul Sir, l’agenzia dei vescovi, il politologo Paolo Pombeni, per il quale “questa è veramente la Terza Repubblica”: “il dato complessivo che emerge è quello di un Paese che ha voglia di cambiare la sua classe dirigente”, anche a costo di “correre il rischio di qualche avventura”.

“A meno di colpi di scena imprevedibili, mi pare che si possano considerare due ipotesi di fondo – aggiunge -: quella di un governo di minoranza oppure, lo si chiami come si vuole, quella di un governo di tregua”. Nel primo caso “si tratterebbe di un governo della coalizione con il maggiore numero dei voti, il centro-destra, che in nome dell’esigenza di non lasciare il Paese senza un governo potrebbe avere l’appoggio esterno momentaneo di un altro partito.

E realisticamente non potrebbe che essere il Pd. Il quale, però, porrebbe delle condizioni: per esempio, che non sia Salvini a guidare l’esecutivo e che quest’ultimo non abbia una colorazione politica troppo forte. Forse anche intorno ai Cinquestelle, in quanto primo partito, potrebbe nascere un governo di minoranza e anche in questo caso l’interlocutore non potrebbe che essere il Pd”.

L’altra ipotesi, conclude, “è quella di un governo di tregua, non politicamente connotato, che consenta di far decantare la situazione”.

(di Fausto Gasparroni/ANSA)