Made in Italy protagonista all’88mo Salone di Ginevra

Dinamicità e 'carattere' delle belle Alfa, fanno battere il cuore agli appassionati di tutto il mondo

GINEVRA. – Con i tedeschi impegnati a convincere di aver smesso di flirtare con il diesel; con i due blocchi francesi sostanzialmente dedicati a guardare cosa fa il rivale e a rispondere alle mosse nei vari segmenti; con i cinesi e gli indiani ancora alla ricerca di una identità internazionale; con gli inglesi stabilmente arroccati (Brexit permettendo) a difendere il loro heritage di costruttori di modelli sportivi o di lusso, alla 88ma edizione del Salone di Ginevra il Tricolore è sembrato brillare con colori ancora più forti e più vivi.

Il Made in Italy è sicuramente l’aspetto rilevante di questo auto show. Basta ricordare la folla presente anche quest’anno al reveal della Ferrari 488 Pista. O, ancora, parlare dell’eleganza e del fascino delle auto con il Tridente sul cofano (quest’anno il Nerissimo era il colore dominante allo stand Maserati) o della dinamicità e del ‘carattere’ delle belle Alfa, che fanno battere il cuore agli appassionati di tutto il mondo.

Oltre a due colonne dell’italianità, come Fiat e Abarth, c’è tanto del nostro Paese anche nella Jeep, che sotto la proprietà FCA ha cambiato andatura e grazie a modelli che sono nati nel nostro Paese è protagonista assoluto del settore e della crescita del Gruppo guidato da Sergio Marchionne.

Rosso, bianco e verde sono i colori di tante aziende leader nel mondo, a cominciare da quella Lamborghini che utilizzando le risorse finanziarie dei tedeschi e il saper gestire la qualità del Gruppo Volkswagen si è proiettata nel mondo delle supersportive e ora dei supersuv con grande energia.

Ma anche della Italdesign – sempre nell’orbita del costruttore di Wolfsburg – che è ritornata ad essere un punto di riferimento mondiale nello stile e nella progettazione, con un giro d’affari ‘extra Gruppo Volkswagen’ che è aumentato al 25% e che sta portando il marchio – non a caso contrassegnato dal Tricolore – in tanti Paesi lontani, assetati di buon gusto ed eccellenza nel progetto.

Suona idealmente l’inno di Mameli anche quando si ammirano la elegante berlina Sybilla disegnata da Giorgetto Giugiaro e da suo figlio Fabrizio per la cinese Envision o, ancora, la gran turismo elettrica HK GT che Pininfarina ha egualmente realizzato per un committente cinese.

E che dire delle realizzazioni esposte a Ginevra da Pagani – altro protagonista della Motor Valley emiliana – ma anche da aziende che operano invece nel torinese, come Idea, Icona e l’istituto Ied, tutti al centro dell’interesse dei visitatori di Ginevra.

Tra le auto più fotografate al Palexpo’ c’è anche la riedizione della iconica Stratos, ricostruita da MAT (Manifattura Automobili Torino) con l’intenzione di replicare 25 esemplari. Made in Italy al top anche nella componentistica, anzi nelle ‘eccellenze’ tecnologiche che dallo Stivale partono per gommare (Pirelli) e frenare (Brembo) le auto più esclusive e potenti al mondo.

Non si può dimenticare, passando idealmente in rassegna il ‘peso’ che il Tricolore ha nell’automotive, il postivo impegno nella proprietà della Aston Martin – a Ginevra con la nuova DB 11 Volante – da parte della InvestIndustrial della famiglia Bonomi o, sul fronte del management, il successo che sta ottenendo la marca spagnola Seat (Gruppo Volkswagen) sotto la guida dell’italianissimo Luca de Meo.

(di Andrea Silvuni/ANSA)