Proposta Aifa infermieri prescrivano alcuni farmaci

Ma per farlo serve cambiare norme; ma ai medici non piace

ROMA. – L’Agenzia Italiana del Farmaco apre all’ipotesi di “far prescrivere alcuni tipi di medicinali e presidi sanitari agli infermieri”. A rompere il tabu è stato oggi il direttore dell’agenzia Mario Melazzini al congresso della Federazione degli Ordini delle Professioni Infermieristiche (Fnopi). Questa possibilità, ha spiegato, “in molti paesi già esiste”. Ma la proposta, al centro anche di un documento riservato consegnato all’Aifa non piace ai medici.

La prescrizione dei farmaci “è e non può che rimanere atto medico”, “è una questione di garanzia nei confronti dei nostri pazienti”, commenta il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo) Filippo Anelli.

Apprezzati dagli italiani ma stretti tra turni impossibili e un’età media sempre più alta, mancano all’appello almeno 50mila infermieri. Negli anni il loro numero è continuamente calato ma, a seguito dell’aumento di persone anziane con malattie croniche, ne sono cresciute sia la necessità numerica che le competenze richieste. E all’orizzonte si profila anche la possibilità di prescrivere farmaci.

“E’ un argomento affrontato diversi mesi fa”, spiega Barbara Mangiacavalli, presidente Fnopi. “Ci è stato chiesto di produrre un documento che potesse consentire ad Aifa di iniziare ad approfondire la tematica e, nel testo predisposto, abbiamo preso a riferimento le esperienze internazionali in materia”.

La Spagna, ha sottolineato Mangiacavalli, “è solo l’ultimo paese che ha normato la prescrivibilità di alcuni farmaci da parte dell’infermiere, ma lo hanno fatto anche la Gran Bretagna, la Francia ed altri”. In particolare, aggiunge, “quello che interessa in maniera prioritaria in Italia è la possibilità di prescrivere presidi e ausili per incontinenza, per le istomie, per l’alimentazione speciale, per le medicazioni avanzate”. Ma “potrebbe riguardare anche farmaci da banco”.

Si tratta, ha chiarito Melazzini, “di incoraggiare percorsi per mettere a disposizione degli infermieri la possibilità di dare farmaci utili per i pazienti”, in particolare ai malati cronici e agli anziani, nell’ottica del grande cambiamento dell’assistenza che il Servizio Sanitario Nazionale dovrà affrontare. Un cambiamento che, precisa, “dovrebbe essere fatto ad esclusivo interesse del paziente”.

Ma per farlo “servirebbe però una modifica delle norme attuali”. L’ipotesi vede però contrari i camici bianchi. Rivendica “la funzione del medico nella prescrizione dei farmaci”, anche Giampietro Chiamenti, presidente della Federazione italiana medici pediatri (Fimp).

“Diciamo un no forte e chiaro – aggiunge Anelli – al trasferimento delle competenze professionali dal medico ad altre figure sanitarie”. Perché “in tutti i paesi dove si è attuato, il risultato è stato un abbassamento di qualità dei Servizi Sanitari”. “La prescrizione – conclude – è la conclusione di un percorso articolato che passa attraverso la diagnosi” e “non può essere estrapolata dalla relazione di cura tra il medico e il suo paziente”.

(di Livia Parisi/ANSA)

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