Ne: monosillabo birichino (Seconda parte)

Biciclette imbiancate a Manhattan (LaPresse)

Come promesso, riprendo l’argomento della particella NE. Nella prima parte ho cercato di spiegare i due casi più comuni: quando il NE sostituisce un pronome (personale o dimostrativo) e quando il NE è inteso come un “partitivo.”

Ci sono altri casi da considerare ma che soltanto menzionerò alla fine, perché l’obiettivo è avvicinare l’apprendente ai più comuni e per non confondere chi è alle prime armi con la lingua.

Quindi, tenendo presente questa premessa, illustro quando la particella la si trova “pronta all’uso.” Cosa intendo dire? Quando NE è parte di un verbo (chiamato pronominale) e si può coniugare con esso.

Lista di verbi con NE

Una lista di verbi comuni che possono contenere NE è la seguente: andare, approfittare, dire, infischiare, intendere, restare, rimanere, stare, tornare e volere. Questi verbi diventano: andarsene, approfittarsene, intendersene, restarsene, rimanersene, starsene, tornarsene, dirne e volercene.

Andare diventa <andarsene>. In questo caso significa “allontanarsi, andare via da un posto all’altro” Es. Scusate, ma è troppo tardi, me ne vado.

<Approfittare> diventa <approfittarsene>. E non cambia il significato che è “trarre vantaggio da qualcuno o da una situazione”. Es. La generosità è una grande virtù e non è giusto che qualcuno se ne approfitti o La generosità è una grande virtù e non è bello approfittarsene.

<Infischiare> diventa <infischiarsene>, e significa “non importare” Es. Non ho stima di quella persona. Me ne infischio di quello che pensa.

<Intendere> diventa <intendersene> e vuol dire “avere conoscenza di qualcosa”. Es. Maria se ne intende di buon cibo, segui il suo consiglio.

<Restare, rimanere e stare> diventano <restarsene, rimanersene e starsene> rispettivamente e il loro significato è “restare in un posto”. Sono troppo stanca, me ne resto a casa o me ne rimango a casa o me ne sto a casa.

<Tornare> diventa <tornarsene> e significa “tornare in un posto”. Es. Sono stanco di stare in Italia, me ne torno al mio paese.

Quando Ne cambia significato al verbo

Alcuni di questi verbi, però, cambiano addirittura il significato quando prendono NE. Per esempio, <andare> può convertirsi in <andarne>. Andare è un verbo transitivo che indica muoversi da un posto all’altro o spostarsi, ma se gli si aggiunge NE, prende il significato di “rischiare” e si usa alla terza persona singolare: Non posso fumare, ne va della mia salute!

<Dire> diventa <dirne>. E qui cambia il significato che diventa “pensare” Es. Che ne dici di andare a fare una passeggiata? (equivale a che ne pensi di fare una passeggiata? Dove il ne rafforza il fatto di fare una passeggiata, per semplicità ricordiamoci che sostituisce “di questo” cioè del fatto di fare una passeggiata).

Modi di dire con NE

<Dire> lo si può trovare in espressioni come “dirne di tutti i colori” con il significato di “dire cose strane, condannabili o addirittura malvagie” Es. Ne dice di tutti i colori, non farci caso!

E finalmente il caso di VOLERE

<Volere> diventa Volercene e significa “è necessario molto tempo o molto impegno”. Si usa prevalentemente in espressioni esclamative.

Es. ce ne vuole a farlo alzare dal letto! o Per imparare una lingua bene ce ne vuole del tempo! Notare che in questo caso invece di “se” volere vuole “ce.”

Ma volere può diventare “volerne” e “volersene” Es. Sei sicura di volerne parlare qui? (di qualcosa…) o Non sono sicuro di volerne fare parte (di un gruppo, ad esempio). Oppure: Temi che sia lei a volersene andare. È sicuro di volersene disfare? (in questi due ultimi esempi la connotazione è riflessiva).

Per imparare ad usare questi verbi, si dovrebbe coniugarli mentalmente e per iscritto molto spesso, il ché significa praticarli.

Vi metto un esempio:

Andarsene:

Io me ne vado

Tu te ne vai

Lui/lei se ne va

Noi ce ne andiamo

Voi ve ne andate

Loro se ne vanno.

Notare che il NE viene dopo i pronomi riflessivi (me, te, se, ce, e ve). E ricordiamoci che posso dire sia “Voglio andarmene” che “me ne voglio andare.”

Ma allo spagnolo?

Ebbene allo spagnolo molte volte il ne semplicemente si omette e si utilizzano soltanto le particelle riflessive.

Controlliamo l’esempio con il pronominale <andarsene> che possiamo tradurre come <irse>.

Perciò: Voglio andarmene è Quiero irme e Me ne voglio andare invece è me quiero ir. Andiamocene! è vamonos! E così via.

Approfittarsene diventa aprovecharse; restarsene, rimanersene, starsene diventano quedarse; tornarsene è regresarse.

L’esempio “La generosità è una grande virtù e non è giusto che qualcuno se ne approfitti” si traduce come “La generosidad es una gran virtud y no es justo que alguien se aproveche (de ella) o. …y no es justo aprovecharse (de ella).”

“Sono troppo stanca, me ne resto a casa o me ne rimango a casa o me ne sto a casa.” In spagnolo diventa “Estoy muy cansada, me quedo en casa.

“Sono stanco di stare in Italia, me ne torno al mio paese” diventa “Estoy cansado de quedarme en Italia, regreso a mi país.” 

Quando il NE non è indispensabile

Negli altri casi sopracitati NE si ommette in spagnolo, e se ne può fare a meno anche perché, in generale, il suo uso è accessorio (in italiano).

“Che ne dici di andare a fare una passeggiata?” sarebbe “Qué piensas de/sobre pasear (un rato)?”

Ma si può perfettamente dire in italiano “Che dici di fare una passeggiata?”. In questo caso NE non è indispensabile in italiano.

Invece per:

“Sei sicura di volerne parlare?” “Estas segura de querer hablar (sobre eso)?

“Ce ne vuole per farlo alzare dal letto!” “ Se necesita tempo (y paciencia…) para que se levante de la cama!”

Notare che le frasi in parentesi sono contenute del significato di NE in italiano.

I modi di dire si imparano e basta, senza pensarci su tanto. “Ne dice di tutti i colori” potrebbe essere “Dice un montón de estupideces.”

Per correttezza, aggiungo soltanto che Il NE può avere la funzione di moltissimi complementi, non soltanto quello di specificazione che ho descritto nella prima parte. Vediamo, per esempio, il seguente:

Quando il NE è un complemento di moto da luogo.

Vado in palestra alle 8 e ne esco alle nove. (ne = esco dalla palestra)

Ho preso il cesto di fragole e ne ho scelto la più rossa (ne = ho scelto una fragola prendendola dal cesto).

Comunque, considero che non sia necessario conoscere tutti i casi. Ricordate, invece, di praticare i più importanti. Nella patica sta il successo.

Per finire, ricordiamoci che la sua posizione nella frase è uguale a quella dei pronomi personali atoni. Si attacca alla fine delle forme verbali del participio, del gerundio e dell’infinito (che perde la vocale finale).

Giancarla Marchi