Si schianta un aereo a Kathmandu, almeno 49 morti

Il velivolo si spezza e prende fuoco, ma ci sono 22 superstiti. (ANSA/AP Photo/Niranjan Shreshta)

KATHMANDU. – Una manovra sbagliata del pilota o, al contrario, cattive istruzioni ricevute dai controllori di volo potrebbero essere all’origine della tragedia avvenuta oggi nell’aeroporto internazionale Tribhuvan di Kathmandu, in Nepal, dove un aereo della compagnia bengalese US-Bangla si è schiantato al suolo causando la morte di 49 passeggeri e membri dell’equipaggio, ed il ferimento di altri 22.

Decollato da Dacca, in Bangladesh, a fine mattinata, il Bombardier Dash Q-400 capace di un massimo di 78 passeggeri, si accingeva a realizzare, dopo un volo senza problemi, un atterraggio in condizioni normali nello scalo nepalese quando all’improvviso qualcosa non ha funzionato.

L’aereo, hanno riferito testimoni oculari, ha sorvolato per due volte la zona di atterraggio, ma “volava molto basso”, tanto che “ha perfino sfiorato la torre di controllo”. Dopo aver toccato la pista, poi, “l’ha subito abbandonata seguendo un percorso erratico e terminando la sua corsa contro un terrapieno a ridosso di un campo di calcio”. Nel violento impatto finale è scoppiato un incendio che ha investito la carlinga, spaccatasi in due tronconi finiti a notevole distanza l’uno dall’altro.

Gli automezzi dei vigili del fuoco dell’aeroporto hanno potuto raggiungere rapidamente il relitto e questo ha fatto sì che circa un terzo delle persone a bordo – tutte bengalesi e nepalesi, oltre ad un cinese e ad un maldiviano – era ancora vivo all’arrivo dei soccorsi.

In un primo momento i parenti e gli amici che si trovavano in aeroporto hanno creduto al miracolo di un numero massimo di superstiti, ma le immagini proposte subito dalle tv nepalesi, con l’aereo spezzato, le fiamme e la densa colonna di fumo nero levatasi dal luogo del disastro, hanno svelato la cruda realtà. Ed è stato il portavoce dell’esercito nepalese, generale Gokul Nhandari, ha fornire il bilancio definitivo di 49 morti.

Gli incidenti aerei non sono rari in Nepal, ma quasi sempre coinvolgono velivoli di piccole dimensioni per cui quasi mai il numero delle vittime fatali supera quota 20. Per tutto il pomeriggio i soccorritori hanno recuperato i corpi carbonizzati dei passeggeri che non hanno avuto scampo, e li hanno collocati all’interno di grandi sacchi gialli che sono rimasti allineati per varie ore nella zona dell’incidente, accanto agli oggetti personali, le borse e le valigie lacerate che si trovavano nella stiva.

In serata la situazione era sotto il controllo delle autorità aeroportuali nepalesi, mentre non si erano placate le polemiche sulle possibili cause dell’incidente. Il presidente della US-Banlga Airlines, Imran Asif, ha ammesso che l’aereo aveva 17 anni, assicurando però che “era in perfetta regola con la sua vita utile”.

Quindi, rispondendo alle dichiarazioni dei controllori di volo nepalesi che hanno insinuato l’ipotesi di un errore del pilota in fase di atterraggio, ha postato su Youtube gli ultimi 20 minuti di conversazione fra il pilota Abid Sultan, e la torre di controllo. Da questo documento emergerebbe, secondo lui, che la cabina di pilotaggio avrebbe ricevuto “segnalazioni sbagliate” che potrebbero essere alla base della tragedia.

(di Maurizio Salvi/ANSA)

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