M5S diviso sui Giochi a Torino, salta il Consiglio comunale

La sindaca di Torino Chiara Appendino in una foto d'archivio. ANSA/ ALESSANDRO DI MARCO

TORINO. – Neppure il via libera di Beppe Grillo, che le ha definite una “grande occasione”, ha messo tutti d’accordo. Le Olimpiadi dividono i Cinque Stelle, che fanno saltare il Consiglio comunale di Torino convocato per discutere una mozione del Pd sulla candidatura del capoluogo piemontese. Un “segnale di inaffidabilità” per il presidente della Regione Piemonte, il dem Sergio Chiamparino, ma la sindaca Appendino pare intenzionata a tirare dritto.

E annuncia per mercoledì la lettera con la manifestazione d’interesse al Coni, “il solo che può scrivere al Cio”, puntualizza il suo presidente, Giovanni Malagò, ancora scottato dal no per Roma dell’altra sindaca Cinque Stelle, Virginia Raggi. Tra le incertezze pentastellate, spunta così l’ipotesi del leghista Luca Zaia di portare i cinque cerchi sui “1.300 chilometri di piste” delle Dolomiti.

La corsa ai Giochi invernali del 2026 anima i partiti, alle prese con il rebus del futuro governo. E diventa uno dei temi su cui misurare divisioni e possibili alleanze. Grandi manovre alimentate dal forfait di quattro consiglieri comunali pentastellati ‘duri’ – Damiano Carretto, Daniela Albano, Marina Pollicino e Viviana Ferrero – che oggi pomeriggio hanno disertato il Consiglio comunale. Un gesto plateale per marcare in modo netto il loro no alle Olimpiadi.

Per la prima volta da quando i Cinque Stelle amministrano la città della Mole, in Sala Rossa manca il numero legale. “Da oggi l’Appendino non ha più la maggioranza e per di più su uno degli argomenti più importanti per la vita della città”, tuona il Pd, che punta il dito contro i no pentastellati ad ogni grande evento che stanno “paralizzando Torino”.

“A Torino i Cinquestelle hanno seminato il vento del radicalismo e dell’estremismo, ma la tempesta provoca danni, e i cocci toccano ai torinesi”, osserva Osvaldo Napoli, capogruppo di Forza Italia in Comune a Torino fresco di rielezione alla Camera, secondo cui “l’unico dato positivo è che il comico genovese non è più il padrone del partito”. “Noi siamo per chi ha coraggio e vuole fare”, aggiunge il senatore azzurro, e campione olimpico, Marco Marin.

Prova a guardare oltre alle polemiche il presidente Malagò. “Se sono pronto a rimetterci la faccia dopo Roma 2024? Per lo sport nel mio Paese faccio volentieri queste prese di posizione non vedo perché per fatti personali, tecnici o politici, la deve pagare l’Italia”, spiega, precisando che “se e dove candidare l’Italia per il 2026, andrà deciso doverosamente con il nuovo Esecutivo”.

Il 31 marzo, però, scadono i termini per la presentazione da parte delle città delle manifestazioni d’interesse e non c’è tempo da perdere. “E’ tutto nelle mani della Appendino”, aveva detto nei giorni scorsi il leader M5S Luigi Di Maio. La prima cittadina è attesa mercoledì da un’altra dibattito, dall’esito incerto, in Città metropolitana. E allora, dopo l’apertura al dialogo sulle Olimpiadi di Salvini, ecco all’orizzonte un’altra ipotesi, quella delle Dolomiti del governatore veneto Zaia, in un ‘risiko’ che potrebbe coinvolgere anche Milano. Da sola o in tandem con la stessa Torino.

(di Alessandro Galavotti/ANSA)