Omicidio Pescara, Ris analizzano la Fiat 500 di Alessandro Neri

Pescara - La Fiat 500 rossa di Alessandro Neri

PESCARA. – Impronte, tracce biologiche e, più in generale, diversi elementi utili alle indagini: i Ris di Roma sono arrivati a Pescara per eseguire tutta una serie di accertamenti sull’automobile di Alessandro Neri, il 29enne di Spoltore (Pescara) ucciso a colpi di arma da fuoco e trovato morto giovedì scorso in un canale alla periferia Sud di Pescara.

Quello dell’auto è uno degli aspetti della vicenda ancora da chiarire: il veicolo, infatti, è stato trovato parcheggiato nel centro del capoluogo adriatico, a sei chilometri dal luogo del ritrovamento del corpo e c’è da capire chi e quando l’abbia lasciato lì. L’autopsia, eseguita sabato, ha consentito di chiarire numerosi aspetti della morte del giovane, raggiunto da due colpi di arma da fuoco: uno all’emitorace sinistro e uno alla testa, letale. Il proiettile recuperato in sede di esame autoptico ha consentito di accertare che l’arma usata è di piccolo calibro.

I carabinieri di Pescara lavorano senza sosta per appurare quale sia il contesto in cui è maturato il delitto. Le piste restano tutte aperte e si lavora, in particolare, per ricostruire la rete di contatti e le frequentazioni di Neri. Se da un lato l’attività degli inquirenti è finalizzata a trovare un movente, dall’altro si prova ad accertare cosa sia accaduto dal momento in cui il 29enne è uscito di casa, lunedì 5 marzo, a quello del ritrovamento della sua auto, una Fiat 500 cabrio di colore rosso, il mercoledì seguente.

È in quella fascia temporale, secondo gli inquirenti, che il 29enne è stato ucciso. L’ipotesi è che Neri sia morto 48-60 ore prima del ritrovamento del corpo. Il suo cellulare, infatti, si è spento lunedì sera, dopo aver consentito di individuare la presunta zona, in cui, poi, giovedì, sono intervenuti i cani molecolari. Se il cellulare è stato recuperato, effetti personali, come documenti o carte di credito, non sono stati ritrovati. Manca anche il portafoglio, ma il giovane generalmente non lo utilizzava. E mancano anche le chiavi dell’auto.

Aspetti che in parte potrebbero essere chiariti dal lavoro del Ris sul veicolo: sul caso vige il massimo riserbo, ma quanto emerso dagli accertamenti del Reparto investigazioni scientifiche è ora al vaglio degli inquirenti. Dopo aver ascoltato più volte i genitori del ragazzo, i carabinieri stanno sentendo – in alcuni casi anche più di una volta – amici e conoscenti. Al momento non ci sono indagati.

(di Lorenzo Dolce/ANSA)