Setta ‘macrobiotica’, adepti venivano ridotti in schiavitù

(ANSA) – ROMA, 14 MAR – Vittime manipolate e ridotte in schiavitù attraverso il rigido controllo dell’alimentazione e la negazione di ogni contatto con il mondo esterno: sono le accuse agli appartenenti ad una setta “macrobiotica” smantellata dalla polizia tra le Marche e l’Emilia Romagna. Cinque gli indagati per le indagini delle squadre mobili di Ancona e Forlì, supportate dal Servizio centrale operativo (Sco), con accuse, a vario titolo, dall’associazione a delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù ai maltrattamenti all’evasione fiscale (tasse non pagate per centinaia di migliaia di euro). L’inchiesta è partita a inizio 2013 per la denuncia di una ragazza, che aveva creduto ai benefici miracolosi promessi dal capo della setta – imprenditore del settore macrobiotico – secondo il quale la sua dieta avrebbe guarito malattie mortali. La setta gestiva ogni aspetto della vita degli adepti, fino a pretendere donazioni di denaro. Il rigido stile imposto dal maestro, con le cosiddette diete Ma.Pi. (il suo nome) sempre più severe e le sue lunghe conferenze portavano all’asservimento. Il maestro aveva “capizona” e “capicentro” in varie parti d’Italia, all’interno dei “Punti Macrobiotici”. Gli adepti venivano convinti ad abbandonare il loro lavoro e in genere ad abiurare la precedente vita e a lavorare per l’associazione, anche per molte ore al giorno, se andava bene sottopagati.