Il percorso verso l’elezione dei presidenti delle Camere

L'Aula della Camera in una foto d'archivio. ANSA/GIUSEPPE LAMI

ROMA. – Ecco le scadenze del percorso per l’elezione dei presidenti delle Camere, passaggio obbligato per l’avvio delle consultazioni al Quirinale propedeutiche alla formazione del nuovo governo. La “magic date” per l’inizio delle consultazioni non è ancora del tutto certa, ma potrebbe essere quella del 26 marzo, se per allora alla Camera si riuscirà a trovare la maggioranza necessaria per far scattare l’elezione del presidente: da quel momento, (nel frattempo i neo costituiti gruppi parlamentari avranno eletto la propria dirigenza), sarà possibile avviare le consultazioni da parte del presidente Mattarella.

I PRESIDENTI DELLE CAMERE

La loro elezione rappresenta il primo adempimento delle nuove Camere (convocate nella loro prima seduta per la mattina del 23 marzo). Storicamente la ‘fumata bianca’ è arrivata nel giorno successivo alla prima seduta; mentre è scontato che sia così anche questa volta per il Senato, non è detto che accada per la Camera dei deputati.

A MONTECITORIO

La prima seduta sarà presieduta da Roberto Giachetti, vice presidente anziano nella scorsa legislatura. L’elezione del presidente scatta nei primi tre scrutini solo se si raggiunge la maggioranza dei 2/3; a partire dal quarto è sufficiente la maggioranza assoluta, pari a 316 voti.

Al SENATO

La prima seduta sarà presieduta dal senatore a vita Giorgio Napolitano, il più anziano tra i componenti di Palazzo Madama. Nei primi due scrutini (previsti per la prima seduta, il 23 marzo) per eleggere il presidente serve la maggioranza assoluta dei voti dei componenti dell’Assemblea: maggioranza di cui nessuna forza politica dispone alla Camera Alta.

Ove non si raggiunga tale maggioranza, si procede, nel giorno successivo, ad una terza votazione in cui basta la maggioranza assoluta dei voti dei presenti, computando anche le schede bianche. Qualora nella terza votazione nessuno abbia riportato questa maggioranza, il Senato procede nello stesso giorno al ballottaggio fra i due candidati che hanno ottenuto nel precedente scrutinio il maggior numero di voti e viene proclamato eletto quello che ne prende di più. A parità di voti sarà eletto il candidato più anziano di età.

(di Francesco Bongarrà/ANSA)

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