Hawking, gigante che ha reso popolari i buchi neri

Stephen Hawking a gravità zero. EPA/ZERO GRAVITY CORPORATION

ROMA. – Un gigante della scienza, l’Einstein dei nostri tempi, che ha reso popolari i buchi neri: così il mondo scientifico italiano ricorda il cosmologo Stephen Hawking. Dal ritratto emerge un uomo sopra le righe, intelligente, curioso e ribelle, tanto che sulla sua lapide avrebbe voluto la formula matematica che misura l’energia emessa dai buchi neri al momento della nascita, come ha raccontato Remo Ruffini, direttore del Centro Internazionale per la Rete di Astrofisica Relativistica (IcraNet), che ha elaborato la formula con Hawking e con il matematico Roy Kerr.

Per tutti Hawking è stato un fuoriclasse. “L’Einstein dei nostri tempi, un pioniere che si è sempre spinto oltre i limiti, sia con la vita che con le teorie”, così lo ha definito l’astrofisico Francesco Tombesi, dell’università di Roma Tor Vergata e per Nichi D’Amico, presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), “le sue indagini e le sue eccezionali doti intellettuali ci hanno permesso di gettare una nuova luce sull’universo”.

E se “un giorno saremo in grado di comprendere cosa sono i buchi neri – dice il presidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, Fernando Ferroni – sarà merito di Hawking” che ne ha cominciato a rivelare il mistero. Il presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana, Roberto Battiston, lo rammenta invece come un uomo “dal corpo fragilissimo che racchiudeva una mente geniale e una volontà fortissima”.

Mentre Stefano Liberati, professore ordinario del gruppo di astroparticelle, nell’ambito della Fisica della Sissa, la Scuola di studi avanzati di Trieste, che ha incontrato Hawking diverse volte, lo ricorda come un uomo “capace di mettersi in discussione” che lascia una eredità solida.

L’astrofisico era stato più volte anche in Vaticano e Mons. Marcelo Sanchez Sorondo, cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze, ricorda che, Stephen Hawking, “voleva contribuire al dialogo tra fede e scienza”, anche se si è sempre dichiarato agnostico. Per il direttore della Specola Vaticana, Guy Consolmagno, invece, il fisico britannico “ha saputo dare un volto umano alla cosmologia”, “una persona con una forte gioia di vivere, nonostante la sua condizione”.

Molti ricordano anche le straordinarie doti di divulgatore, come l’astrofisico dell’università di Tor Vergata, Amedeo Balbi: “Hawking – ha scritto su Twitter – è stato uno dei rari scienziati che non solo ha ispirato il lavoro di generazioni di altri scienziati”, ma ha anche avvicinato alla scienza il pubblico. Anche per il ministro dell’Istruzione e della Ricerca, Valeria Fedeli, Hawking è stato “una mente straordinariamente brillante e un prezioso divulgatore”.

Un ricordo arriva anche dalla presidente uscente della Camera Laura Boldrini, per la quale il suo “contributo alla scienza rimarrà patrimonio dell’umanità”. Infine, per Maurizio Acerbo, segretario di Rifondazione Comunista, secondo il quale Hawking non è stato solo un grande scienziato, ma anche un critico del capitalismo.

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