Strasburgo conferma Amsterdam per Ema, ma fissa paletti

Europarlamento in una foto d'archivio.

STRASBURGO. – L’Ema andrà ad Amsterdam, ma a certe condizioni. L’Europarlamento ha confermato la scelta della città olandese ponendo però una serie di paletti legati allo stato di avanzamento dei lavori sulle sedi che ospiteranno l’agenzia dopo il trasloco da Londra a seguito della Brexit.

Con 507 sì, 112 contrari e 37 astenuti, il Parlamento europeo ha dato il via libera alla proposta di regolamento, emendandola, che assegna la sede dell’agenzia del farmaco alla città olandese, ma ha anche chiesto al Consiglio e alla Commissione Ue di essere incluso nel processo di decisione sull’assegnazione delle agenzie europee, dando così il via libera al cosiddetto trilogo, il negoziato interistituzionale. Adesso toccherà alla Bulgaria, che detiene la presidenza semestrale, decidere i tempi.

La delegazione degli europarlamentari italiani si è divisa nel voto: il M5S ha votato a favore, mentre Pd, Forza Italia e Lega contro. La plenaria di Strasburgo “ha mandato un segnale forte al Consiglio che non si può più decidere in questo modo – ha commentato Giovanni La Via del Ppe -. La scelta è stata effettuata nel modo sbagliato ed in futuro non ci potranno più essere occasioni come questa”.

L’eurodeputato ha poi confermato che l’ok di Strasburgo “è dall’altro lato un sì condizionato ad Amsterdam”, in quanto il Parlamento europeo chiede che “vengano rispettati i tempi, perché la continuità operativa dell’agenzia” del farmaco “è la cosa più importante che il Parlamento vuole”.

Nel testo approvato dall’eurocamera è passato anche l’emendamento 15, a firma dell’eurodeputato La Via, largamente condiviso dai vari gruppi in assemblea, nel quale la plenaria si “rammarica che non si sia tenuto debito conto del suo ruolo di colegislatore, non essendo stato coinvolto nella procedura di selezione della nuova sede dell’Ema”.

Gli europarlamentari hanno dunque chiesto agli olandesi di fare la loro parte, esortandoli a consegnare le nuove infrastrutture in tempo utile: quella temporanea entro il primo gennaio 2019 e la nuova sede permanente – Il Vivaldi Building – entro il 16 novembre 2019. Inoltre la Commissione europea dovrà riferire ogni tre mesi sullo stato di avanzamento dei lavori.

“La sicurezza dei cittadini in termini di salute passa dall’operatività dell’Ema e quindi solo se faranno quello che hanno promesso di fare manterranno l’agenzia, altrimenti bisognerà trovare altre soluzioni”, ha proseguito La Via. Sembrano cadere dunque le speranze per Milano.

“Abbiamo fatto tutto quello che potevamo fare”, ha detto la vicesindaco di Milano, Anna Scavuzzo, esprimendo “dispiacere” su un percorso “vissuto con grande intensità e ottimismo”. Anche se per il presidente eletto della Lombardia Attilio Fontana la partita non va considerata già chiusa: “Dobbiamo continuare ad insistere in ogni sede possibile, e con una dovuta pressione politica da parte del Governo, per non lasciare nulla di intentato”.

“Votare no oggi alla relazione sull’Ema del Parlamento europeo – ha affermato dal canto suo l’eurodeputato M5S Piernicola Pedicini – avrebbe significato perdere le ultime speranze per Milano, perché si sarebbe cancellata la proposta della Commissione, lasciando inalterata la decisione già presa a novembre da 27 Stati membri a margine del Consiglio Ue”.

Motivando il ‘no’ alla risoluzione, la capodelegazione degli eurodeputati Pd Patrizia Toia ha affermato che “se le regole sono sbagliate, anche i risultati a cui hanno portato queste regole vanno rimessi in discussione”, annunciando che continuerà a portare avanti la sua battaglia e la farà valere nel trilogo.

(di Giuseppe Maria Laudani/ANSA)

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