Allarme Lagarde: “I dazi Usa non rilancino i protezionismi”

Un primo piano di Christine Lagarde.
Christine Lagarde, impegno per lavoro delle donne. EPA/MICHAEL REYNOLDS

NEW YORK. – I dazi americani non devono tradursi in spinte protezioniste e in guerre commerciali che non solo fanno male all’economia ma non si possono vincere. Christine Lagarde lancia il suo appello ai ministri finanziari e ai governatori centrali del G20, che riuniranno a Buenos Aires il 19 e 20 marzo.

Il messaggio è chiaro: il protezionismo ”fa male alla crescita e alla gente” e va evitato perchè è un rischio troppo grande per la ripresa in corso. Una ripresa che procede a pieno ritmo anche se ”si stanno accumulando rischi”, soprattutto sul fronte finanziario come dimostrato dalla recente volatilità sperimentata sui mercati. Ma fra i pericoli che incombono ci sono anche il clima, la cybersicurezza e non ultime le tensioni politiche.

”L’agenda politica potrebbe risentire del risultato elettorale in diversi paesi (Brasile, Italia, Messico)” si legge nel documento preparato dal Fmi per il G20 finanziario, nel quale si constata il buono stato di salute dell’area euro. Eurolandia si appresta a entrare nel suo quinto anno consecutivo di ”espansione, con una crescita annuale media del 2,1% nel 2018-2019”: in questo contesto le aspettative di crescita sono aumentate per diversi paesi dell’area, ”soprattutto Germania e Italia, riflettendo una più forte domanda interna ed esterna”.

Parole che sembrano trovare conferma nell’analisi di Fitch, che ha rivisto al rialzo la crescita italiana all’1,5% nel 2018 e all’1,2% per il 2019. L’agenzia di rating mette comunque in evidenza come l’esito delle elezioni rende “la formazione di un governo stabile molto difficile e aumenta l’incertezza sul futuro corso della politica economica e fiscale”.

All’Italia, per la quale è ribadita una crescita dell’1,4% quest’anno e dell’1,1% nel 2019, il Fmi indica di non mollare negli sforzi sul risanamento dei conti, sui non performing loan e sulle riforme strutturali. ”Politiche che aumentino la partecipazione al mercato del lavoro sono particolarmente urgenti per le economie dove la popolazione sta invecchiando rapidamente (Germania, Italia)” si legge nel rapporto per il G20, nel quale si precisa che in paesi come Giappone e Italia sarebbero necessario misure per ridurre la dualità del mercato del lavoro e riformare il processo di contrattazione salariale.

E’ però il protezionismo a preoccupare più il Fmi, che sembra vederlo come il rischio più imminente, quello più ‘reale’ cosi’ come rischia di essere reale una ”competizione sul fronte delle tasse” che non solo fa male alla crescita ma rischia di aver un impatto pesante sui conti pubblici.

La parole dure di Lagarde sono dirette alla Casa Bianca che, dopo aver approvato dazi sull’acciaio e l’alluminio, sta ora valutando un nuovo pacchetto di misure anti-Pechino, fra i quali dazi su 30 miliardi di dollari di prodotti Made in China, paletti agli investimenti e limiti ai visti per studenti e manager.

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