Germania, Ministro Seehofer: “Islam non è tedesco”. Ed è bufera

Il ministro Seehofer: “Islam non fa parte della Germania”

BERLINO. – A nemmeno 48 ore dall’insediamento del nuovo governo Merkel IV, si presenta la prima grana “domestica” per la riconfermata cancelliera Angela Merkel: il ministro degli interni in quota Csu, Horst Seehofer, rilascia un’intervista a Bild nella quale dichiara che “l’Islam non appartiene alla Germania. L’impronta della Germania è cristiana”.

E scoppia la bufera, tanto da costringere la cancelliera a smarcarsi dal suo ministro, per riportare la calma: l’impronta giudaico-cristiana è nota ma nel frattempo vivono nel paese tra i quattro e i cinque milioni di persone di fede islamica “e questi musulmani appartengono anche alla Germania – dichiara la cancelliera – così come la loro religione appartiene alla Germania, quindi anche l’islam”.

“Dobbiamo fare di tutto per rendere positiva la convivenza tra le religioni”, aggiunge la cancelliera, gettando acqua sul fuoco. E di raffreddare la situazione c’è davvero bisogno, perché le critiche alle affermazioni di Seehofer piovono dall’intero arco costituzionale, da sinistra come da destra.

I socialdemocratici accusano il ministro bavarese di avere fatto un’affermazione in chiave propagandistica e pre-elettorale: “Seehofer crede di guadagnare punti per le elezioni in Baviera”, ha detto la presidente designata dell’Spd, Andrea Nahles.

Il prossimo 14 ottobre, infatti, si vota in Baviera e l’alleata bavarese della Cdu ha in mente di recuperare la gran parte dei voti perduti alle ultime elezioni e defluiti nel bacino dell’estrema destra di Alternative fuer Deutschland. Ma il leader dell’Afd, Alexander Gauland, accusa il neo ministro della Csu Seehofer di scopiazzarne il programma elettorale. In modo meno credibile però, dal momento che “appoggia la politica dell’immigrazione di massa” voluta da Merkel, precisa Gauland.

In tutto il finimondo di reazioni che hanno attraversato la giornata politica, la nuova segretaria generale della Cdu, Annegret Kramp-Karrenbauer, cerca di riportare la discussione su binari più gestibili: “La libertà di religione sulla base della Costituzione appartiene indiscutibilmente alla Germania, così come i musulmani appartengono alla Germania. Quindi l’islam appartiene al nostro paese”.

Ma la discussione sull’islam è una spia importante, lontana dall’essere un ozioso esercizio di “politicamente corretto”. In un paese che si è scoperto fragile di fronte all’integrazione dei migranti, attraversato da un dibattito infinito sulla Leitkultur, la cultura dominante, e per di più un paese che nelle ultime settimane ha visto più di una moschea incendiata da ignoti, soffiare sul fuoco dello scontro di civiltà è rischioso. Soprattutto per un governo nato sotto la stella polare della stabilità, da sempre punto cardinale della politica Merkel.

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