Auto palestinese sui pedoni, uccisi due soldati israeliani

La scena dell'attentato. EPA/ABED AL HASHLAMOUN

TEL AVIV. – Due soldati israeliani uccisi e un terzo in gravissime condizioni. E’ il risultato dell’attentato terroristico condotto con la propria auto da un palestinese nella Cisgiordania del nord nei pressi dell’insediamento ebraico di Reihan non lontano da Jenin. Un altro soldato – ha spiegato l’esercito – è in condizioni non gravi.

L’attacco è avvenuto nella nuova ‘Giornata di rabbia’ indetta per oggi dalle fazioni palestinesi a 100 giorni dall’annuncio di Trump su Gerusalemme capitale di Israele ed è stato subito salutato da Hamas a Gaza come “azione eroica” contro “l’occupazione”.

Già alla fine delle preghiere del venerdì nelle moschee erano scoppiati scontri tra manifestanti ed esercito in vari luoghi di Cisgiordania e alla frontiera della Striscia. L’agenzia ufficiale palestinese Wafa ha riferito di decine di feriti tra Ramallah, Hebron, Nablus, Betlemme e Nilin.

Il palestinese, identificato dai media in Ala Qabha (26 anni) del villaggio di Bartaa nel nord ovest della Cisgiordania, ha lanciato la propria auto, secondo la ricostruzione dell’esercito, su un gruppo di “soldati israeliani che stavano presidiando le strade adiacenti la comunità di Meivo Dotan”. Dopo essere stato ferito – ha aggiunto la stessa fonte – Qabha “è stato portato in ospedale dove è stato interrogato”.

Secondo i media l’uomo è un ex prigioniero di sicurezza rilasciato dal carcere israeliano circa un anno fa. I due soldati morti – di cui non sono ancora stati resi noti i nomi – sono un ufficiale e un militare di leva: tutti nei loro venti anni come gli altri due feriti. L’attacco è avvenuto quando i quattro sono scesi dalla loro jeep e sono stati colpiti dalla vettura guidata dal palestinese.

A seguito dell’attentato il generale Yoav Mordechai, Coordinatore per le attività di governo nei Territori ha ordinato la sospensione dei permessi di lavoro in Israele per l’intera famiglia del palestinese autore dell’attacco: in tutto 67 provvedimenti. Qusto è il secondo contro soldati israeliani in due settimane: il primo è avvenuto ad Acco (nel nord di Israele) ad inizio mese. Il ministro della difesa Avigdor Lieberman, citato dai media, ha parlato di “demolizione della casa del palestinese e di assicurare alla giustizia tutti quelli che hanno collaborato con lui”. Poi ha ricordato che l’Autorità nazionale palestinese di Abu Mazen “dà i soldi alle famiglie dei terroristi”.

(di Massimo Lomonaco/ANSAmed)