Delitto Pamela, Oseghale: “L’ho lasciata viva, mai ceduto eroina”

Innocent Oseghale al momento dell'arresto seguito al ritrovamento del cadavare di Pamela

ASCOLI PICENO. – “Pamela l’ho lasciata viva con Desmond quando sono uscito di casa per spacciare, poi l’ho trovata nei trolley”; “la busta d’eroina nella foto? Non era mia e non l’avevo in casa”. Quando sembrava che fosse sul punto di fare parziali ammissioni, è arrivato invece alla terza versione dei fatti, Innocent Oseghale, il 29enne nigeriano accusato con tre connazionali di aver massacrato e smembrato il corpo di Pamela Mastropietro a Macerata. E ha scaricato ancora gli addebiti su un altro pusher, Desmond Lucky, 22 anni, arrestato per le stesse accuse.

Su un punto però, anche durante l’ennesimo interrogatorio nel carcere di Ascoli Piceno dov’è recluso, il suo racconto è stato univoco: “non spaccio eroina”. Affiancato da uno dei suoi legali, l’avv. Simone Matraxia che lo difende insieme al collega Umberto Gramenzi, Oseghale ha continuato a negare ai carabinieri ogni responsabilità, questa volta per la detenzione di eroina che, secondo la Procura di Macerata, lo collegherebbe a un altro indagato, Lucky Awelima, attualmente in carcere, ma ad Ancona.

Dal cellulare di Awelima i tecnici avevano recuperato una foto cancellata raffigurante una bustina di droga da 100 grammi, forse eroina, sopra un bilancino di precisione: sullo sfondo un pavimento di mattonelle bianche molto simile a quello della casa di via Spalato 124 dove abitava Oseghale e dove si è consumato il massacro. Elementi che hanno portato i pm a sospettare un legame tra i due e a una possibile presenza di Awelima in casa, sempre smentita dal quest’ultimo.

Quanto all’accusa di omicidio, Oseghale ha cambiato la sua versione più volte. Sentito immediatamente dopo l’arresto, avvenuto lo stesso giorno (il 31 gennaio) del ritrovamento del corpo della 18enne romana in due trolley a Pollenza, Oseghale aveva detto di non essersi recato in casa con Pamela: aveva raccontato che lei gli aveva chiesto eroina poi procurata da Desmond che sarebbe salito con la giovane nell’abitazione.

Qualche giorno dopo, il 29enne aveva cambiato versione: aveva riferito di essere andato in casa insieme a Pamela e a Desmond, spiegando di essere scappato dopo il malore accusato dalla ragazza per un’overdose di eroina. Infine la terza versione dell’accaduto: mentre si trovavano in casa, lui, Pamela e Desmond, Oseghale sarebbe stato chiamato da un cliente per l’acquisto di marijuana. Avrebbe lasciato la 18enne viva con Desmond per poi ritrovarla morta e fatta a pezzi al suo ritorno, 3-4 ore.

Versioni in serie a cui la Procura non crede visto che gli elementi raccolti finora inchiodano proprio Oseghale.

(di Daniele Carotti/ANSA)

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