Moro, l’ex prefettoTagliente: “La paura fu compagna di agenti e famiglie”

L'ex-prefetto di Pisa Francesco Tagliente

FIRENZE. – “Non era facile fare servizio in quegli anni cruciali. Era il periodo del terrorismo e della criminalità agguerrita, vigliacca e sanguinaria. Nelle manifestazioni di piazza molti manifestanti si presentavano mascherati e spesso armati di spranghe, mazze, chiavi inglesi talvolta di molotov e addirittura di pistole”.

Così l’ex questore di Firenze e Roma ed ex prefetto di Pisa, Francesco Tagliente, ricorda gli anni del terrorismo e il sequestro di Aldo Moro. “La tensione e la paura, erano entrati a fare parte della quotidianità anche delle famiglie dei poliziotti. Ci sentivamo bersagli mobili di criminali sanguinari e vigliacchi che sparavano anche alle spalle di persone indifese”, aggiunge.

Quel giorno di 40 anni fa Tagliente, allora responsabile di uno dei nuclei delle volanti a Roma, era smontato dal turno di notte poche ore prima della strage. Non vuole parlare di via Fani ma di ciò che vivevano in quei giorni gli uomini delle forze dell’ordine, del timore di uscire in servizio e non sapere cosa li aspettava:

“Erano gli anni dei sequestri di persona, delle rapine sanguinarie ai furgoni portavalori, alle banche, agli uffici postali e alle gioiellerie, erano gli anni dei furti nei caveau, delle cd spaccate delle vetrine, dei furti multipli in appartamento. Nel corso degli interventi – dice Tagliente – la tensione era sempre altissima e l’adrenalina andava a mille. Le volanti erano frequentemente sollecitate e impegnate in spericolati inseguimenti. Ci lanciavano contro anche bottiglie incendiarie, bombe a mano e granate”.

Erano gli anni degli “attentati con agguati, gambizzazioni e uccisioni. Nella società si generò un clima di pericolo, di insicurezza e di paura, anche perché venivano colpiti pure singoli cittadini – continua l’ex prefetto – rappresentanti della società civile, dirigenti di azienda, giornalisti, uomini politici, della magistratura, del mondo carcerario, delle forze dell’ordine e persone degli altri apparati dello Stato. Molti rappresentanti delle forze di polizia, uscendo da casa, non sapevano se sarebbero tornati”.

(di Domenico Mugnaini/ANSA)