Maltempo e neve sull’Italia, acqua alta a Venezia

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ROMA. – Neve, pioggia e forte vento, saluteranno l’equinozio di primavera che quest’anno cadrà il 20 marzo, rispetto al tradizionale 21. Soprattutto al centrosud l’entrata della primavera astrologica vedrà tempo instabile, con pioggia e forti venti tanto che la Protezione Civile ha lanciato per domani un’allerta meteo per venti di burrasca su Sardegna e Liguria e temporali nel resto delle regioni.

Nonostante il calendario, a Venezia l’acqua alta ha raggiunto il record del 2018, toccando poco dopo la mezzanotte 124 centimetri, mentre sulle montagne di Livigno, in provincia di Sondrio, uno sciatore è morto, e il suo compagno è rimasto ferito, travolto da una valanga. A Trieste, invece, le raffiche di Bora hanno raggiunto i 103 chilometri orari.

Situazione pesante anche a Chioggia, dove l’acqua alta ha toccato i 141 cm. scavalcando le barriere artificiali (mini-Mose) a difesa del centro storico. Non sono mancate le nevicate. Sulle montagne del Veneto nelle ultime 24 ore ci sono stati accumuli dai 5 ai 20 centimetri, con un manto di 15 centimetri a Cortina che in quota arriva a 2 metri.

E’ tornata la neve anche in Friuli Venezia Giulia, in particolare sull’Altipiano carsico e sull’Appennino umbro-marchigiano attorno ai mille metri di quota con Castelluccio di Norcia e il monte Vettore imbiancati. Proprio a Castelluccio, area del terremoto, la semina della famosa lenticchia, ha spiegato la Coldiretti, sarà ritardata per l’ondata di maltempo. Stessa sorte per le semine di mais e di legumi dove i terreni sono coperti dalla neve o inzuppati.

La Coldiretti ha lanciato l’allarme per la fioritura di mandorli, susini, peschi e albicocchi i cui prossimi raccolti sono minacciati dal gelo, fuori stagione. Ma il brutto tempo non porta soltanto danni. La Toscana, infatti, sta uscendo progressivamente dalla siccità grazie alle precipitazioni sopra le medie registrate nell’ultimo periodo: a marzo si chiude lo stato di emergenza idrica emanato dalla Regione a giugno dell’anno scorso. La situazione è positiva sia sulle falde – su un totale di 50 stazioni esaminate solo un quarto mostrano valori più bassi, localizzate nella zona del Monte Amiata – sia per quanto riguarda i livelli degli invasi che mostrano, rispetto a fine 2017, un concreto incremento.

(di Emanuela De Crescenzo/ANSA)

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