Al via G20 finanza fra dazi e web tax. Le Borse affondano

NEW YORK. – Lo spettro di una guerra commerciale aleggia sul G20 fra i dazi di Donald Trump e la web tax dell’Europa sulla Silicon Valley. E mentre le borse affondano, anche in attesa della stretta della Fed, i ministri finanziari e i governatori delle banche centrali si riuniscono a Buenos Aires. Una riunione in salita con i riflettori puntati su Steve Mnuchin, il segretario al Tesoro americano al cui spetta il ruolo di portavoce della politica America First della Casa Bianca, che deve difendere dall’ira degli alleati.

I dazi sull’acciaio e l’alluminio voluti da Trump entrano in vigore venerdì 23 marzo ed è già partita la corsa dei singoli stati a chiedere esenzioni. Lo ha fatto già la Corea Del Sud, rivolgendosi direttamente a Mnuchin, ma la lista è destinata ad allungarsi.

I mercati sono alla finestra e attendono il comunicato finale del vertice per cogliere eventuali possibili spaccature sul fronte della lotta al protezionismo. Secondo l’ultima bozza in circolazione, sarebbe stato eliminato ogni riferimento a ”politiche che guardano all’interno” e quindi al protezionismo.

Se la tensione è già alta fra Stati Uniti e Cina sul possibile nuovo pacchetto di dazi da 30 miliardi di dollari contro Pechino, anche l’Europa è sul chi va là: dopo la lista dei prodotti ‘Made in Usa’ da colpire con dazi in ritorsione alle misure di Trump, è anche allo studio una web tax sui giganti della Silicon Valley. Una misura, quest’ultima, che incontra la forte resistenza americana.

Il dibattito è acceso all’interno del G20 su questo tema, nella consapevolezza che le attuali normative non sono in grado di identificare e quantificare il valore creato da attività altamente digitali. Una soluzione a livello internazionale sarebbe adeguata per evitare eventuali doppie tassazioni, ma un accordo su questo punto non sembra a portata di mano: una delle bozze circolate del comunicato finale indica infatti che se non sarà raggiunto un accordo a breve per misure a interim, i Paesi potranno decidere come agire in un contesto che limiti però gli impatti negativi.

Altro nodo all’esame del G20 sono i cripto asset. Il Financial Stability Board non li ritiene al momento un rischio alla stabilità finanziaria, ma avverte che si tratta di una valutazione preliminare suscettibile a repentini cambiamenti. Le criptovalute ”non hanno molti dei connotati attribuiti alla monete sovrane” si legge in una bozza del comunicato finale.

La riunione di Buenos Aires si apre fra un’alta tensione sulle piazza finanziarie. Le Borse europee chiudono tutte in calo, con Milano che perde lo 0,98%. Wall Street affonda, appesantita dai timori di possibili novità da Washington, dal crollo di Facebook in seguito allo scandalo di Cambridge Analytica e dall’atteso aumento dei tassi di interesse da parte della Fed. La banca centrale americana per la prima volta sotto la presidenza di Jerome Powell, ed è attesa alzare il costo del denaro di un quarto di punto mercoledì.

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