Accordo su Brexit, ma resta aperta la questione irlandese

Il capo negoziatore Ue Michel Barnier e il britannico David Davis

BRUXELLES. – Un passo in avanti che mette la Brexit sotto controllo, tranquillizzando i mercati, con effetti concreti per cittadini e imprese che nella pratica scatteranno solo all’inizio del 2021. E’ il senso del doppio accordo sul divorzio e sul periodo transitorio raggiunto a Bruxelles dal capo negoziatore Ue Michel Barnier e dal britannico David Davis, che dovrà ora ricevere l’ok dei 27 al vertice di venerdì per diventare formale.

Resta in sospeso la questione irlandese, su cui non c’è ancora intesa e per cui si apriranno nuovi negoziati a fine mese. Londra ha però accettato la clausola ‘paracadute’ chiesta da Bruxelles che prevede l’applicazione delle norme Ue all’Irlanda del Nord per garantire una frontiera fluida con l’Irlanda in caso di mancato accordo.

“Abbiamo un testo legale” che copre “la maggior parte delle questioni” sui diritti dei cittadini e sul conto del divorzio, ha annunciato Barnier, avvertendo però che sul fronte Irlanda “le discussioni continueranno nei prossimi giorni”.

Al termine di un intenso fine settimana di negoziati, è soprattutto Londra che, dopo tre mesi di piedi puntati, è venuta incontro alle richieste Ue pur di poter chiudere l’accordo sul passato e di incassare l’agognata intesa sul periodo di transizione, chiesto a gran voce dalla Confindustria britannica. E anche il settore auto con l’Acea ha chiesto di evitare “implicazioni disastrose”.

Dopo la notizia dell’intesa la sterlina si è impennata, volando a quota 1,4088 sul dollaro. E’ stato quindi raggiunto “un accordo anche sul periodo di transizione di durata limitata” di 21 mesi, che scatterà dalla mezzanotte del 29 marzo 2019 e si concluderà il 31 dicembre 2020. Senza intesa sul passato, avevano infatti messo l’aut aut i 27, niente transizione. Questa con 21 mesi sarà più breve dei 24 chiesti da Londra, che ha acconsentito a dare ai cittadini Ue che arriveranno in Gran Bretagna durante questo periodo gli stessi diritti di chi si è stabilito prima della Brexit.

Davis ha ceduto in parte anche sulla questione irlandese, accettando di inserire nel testo dell’accordo l’opzione – contestatissima dagli alleati nordirlandesi del Dup – del “backstop”, ovvero il paracadute legale che lascerebbe di fatto Belfast nel mercato interno e nell’Unione doganale nel caso in cui non si arrivasse a un’intesa sulla frontiera ‘fluida’ con Dublino.

“Non c’è ancora accordo sul giusto approccio operativo” sulla questione irlandese su cui “c’è da fare di più”, ha ammesso Davis, che ha però rassicurato sulla “intenzione di raggiungere una partnership che sia così stretta che non richieda misure specifiche per l’Irlanda del Nord”.

Partirà quindi il 26 marzo un nuovo giro di negoziati solo sul nodo irlandese, con l’obiettivo di concluderli per il 18 aprile. Venerdì toccherà quindi ai 27 dare il via libera finale alle intese odierne su passato e transizione, nonché alle linee guida per i negoziati sulle relazioni future, che domani dovranno ricevere un primo ok a livello di ministri. Toccherà poi anche all’Europarlamento dare, se lo riterrà opportuno, il suo ok.

“E’ una tappa importante ma è solo una tappa”, ha avvertito Barnier, ricordando infatti che Londra non potrà stringere nessun accordo commerciale – né con l’Ue né con Paesi terzi – prima del 29 marzo 2019. Solo durante la fase transitoria potrà farlo e, per quanto riguarda quelli con i Paesi terzi, la loro applicazione potrà scattare solo dal 2021, salvo concessione da parte Ue.

(di Lucia Sali/ANSA)