Il Papa tuona contro i clienti delle prostitute: “E’ un crimine”

Il Papa alla Gmg di Cracovia - ANSA

CITTA’ DEL VATICANO. – Un incontro franco, gioviale, lungo quasi quattro ore: Papa Francesco ha aperto il convegno presinodale dei giovani, in vista del Sinodo dei vescovi di ottobre. Francesco ha parlato della piaga della disoccupazione e del “crimine” della prostituzione. Ha invitato i giovani ad avere “coraggio” e anche “la faccia tosta”.

Ha riso, raccontando aneddoti, ha abbracciato ragazzi e ragazze, ha lasciato spazio ai selfie. Con la suorina cinese che gli ha regalato una stola rossa, ha scherzato: “Da Papa mi hai rifatto cardinale”. Ha anche sdoganato i tatuaggi perché comunque “sono indice di appartenenza”, “ma non esagerate, eh!”.

Ma l’incontro voleva essere un confronto sincero, senza filtri né parole edulcorate, anche perché “i giovani non sono Premi Nobel della prudenza”. E allora Papa Francesco con parole chiare ha parlato anche delle giovani costrette a prostituirsi. Ha chiesto perdono “per tutti cattolici che fanno questo atto criminale”.

“E’ un problema grave, grave, grave. Vorrei che voi – ha detto rivolgendosi ai giovani riuniti nel convegno presinodale – lottaste per questo. Per favore se un giovane ha questa abitudine la tagli, è un crimine. Chi fa questo è un criminale. Questo non è fare all’amore, questo è torturare una donna, non confondiamo i termini”.

“Credo che qui in Italia, parlando di clienti, credo, faccio un calcolo”, ha aggiunto precisando che era una sua valutazione, “è verosimile che il 90% siano battezzati, cattolici”. Poi ha commentato senza giri di parole: “Penso allo schifo che devono sentire queste ragazze”.

Poi la piaga del lavoro che non c’è: “Spesso siete emarginati dalla vita pubblica ordinaria e vi trovate a mendicare occupazioni che non vi garantiscono un domani”. La mancanza di lavoro per i giovani “è un peccato sociale, la società è responsabile di questo”.

“Se non sbaglio il tasso di disoccupazione giovanile qui in Italia dai 25 anni in su è verso il 35%. In un altro Paese d’Europa, confinante con l’Italia, 47%. In un altro Paese d’Europa vicino all’Italia, più del 50%. Cosa fa un giovane che non trova lavoro?. Si ammala” di “depressione” o “cade nelle dipendenze, si suicida” oppure “prende l’aereo e va in una città che non voglio nominare e si arruola nell’Isis o in uno di questi movimenti guerriglieri. Almeno ha un senso da vivere e avrà uno stipendio mensile”.

Poi ha anche parlato del clericalismo della Chiesa, “una delle malattie più brutte”, e ha invitato gli ordini religiosi che accolgono i giovani a non proteggerli troppo dal mondo. Il rischio – ha detto avvertendo di usare “un termine forte” – è “la castrazione”.

(di Manuela Tulli/ANSA)