Pensioni, Fmi: “Legge Fornero non basta, la spesa resta alta”

Persona di spalle con una maglietta con la scritta: La pensione la vogliamo da vivi". Pensioni
Persona di spalle con una maglietta con la scritta: La pensione la vogliamo da vivi".

NEW YORK. – Le ripetute riforme del sistema previdenziale, ultima la Fornero, non sono bastate all’Italia: la spesa pensionistica resta alta. E’ pari al 16% del Pil, la seconda in Europa dopo la Grecia. E andrebbe ridotta perchè al livello attuale limita investimenti in altri settori, quali l’istruzione.

Gli economisti del Fondo Monetario Internazionale Michael Andrle, Shafik Hebous, Alvar Kangur e Mehdi Raissi delineano la loro ricetta nel ‘Working Paper’ dal titolo ‘Italy: toward a growth-friendly fiscal reform’. Uno studio in cui indicano possibili aree di azione per ‘correggere’ il sistema rendendolo più sostenibile e liberando risorse da usare in altre aree. E in cui ribadiscono come l’Italia dovrebbe reintrodurre una tassa sulla casa.

L’esame del Fmi arriva mentre l’Ocse certifica un aumento della povertà in Italia negli ultimi dieci anni, soprattutto fra i giovani. In un documento preparato per il G20, l’organizzazione con sede a Parigi invita l’Italia a proseguire sulla strada delle riforme strutturali che ”iniziano a dare i frutti”, accompagnandola con la lotta alla corruzione e all’evasione fiscale, ma anche con una spinta per il miglioramento dell’efficienza della pubblica amministrazione.

Il ‘Working Paper’ del Fmi si inserisce nel dibattito politico in corso sulle pensioni e nell’ambito del previsto cumulo gratuito dei versamenti contributivi frutto di carriere ‘spezzate’, una misura che interessa circa 700.000 lavoratori non pensionati. ”Andrebbe considerata l’attuazione di misure che garantiscono risparmi nel breve termine e li assicurino anche nel medio” si legge nel rapporto degli economisti del Fmi, secondo i quali le previsioni sull’andamento della spesa pensionistica italiana sono basate su stime ottimistiche sulla crescita, l’occupazione e i trend demografici.

”Basandosi su stime più prudenti, la spesa pensionistica è prevista al 20,3% del pil nel 2045, prima di scendere al 15,7% nel 2070”, quindi maggiore rispetto alle previsioni delle autorità del 16% del pil nel 2045 e del 13,1% entro il 2070. Fra le misure indicate dal Fondo c’è ”l’eliminazione della quattordicesima” e un taglio tredicesima per le pensioni calcolate sulla base delle contribuzioni.

Ci sarebbe poi la possibilità di aumentare i contributi versati dai lavoratori autonomi, portandoli ”almeno al 27%” dall’attuale 24% che si confronta con il 33% dei lavoratori dipendenti. Il rapporto si sofferma anche sulle tasse che ”restano alte e sono applicate a una base ridotta”. Il cuneo fiscale ”è alto”, così come è elevata l’evasione fiscale.

”La reintroduzione di una tassa di proprietà sulla residenza primaria è un elemento vitale di un moderno sistema fiscale in Italia”: ”è uno strumento efficace e consente di raccogliere significative entrate”.