Morto l’ultimo rinoceronte bianco, provetta salverà specie

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Una foto del rinoceronte bianco nel Ol Pejeta Conservancy a Laikipia in Kenya. Sudan. (ANSA/AP Photo)

ROMA. – Era rimasto l’unico maschio al mondo della sua specie. Sudan, rinoceronte bianco settentrionale, insieme a due femmine era l’unico sopravvissuto ai bracconieri, che avevano spazzato via la sua razza nell’Africa Centrale. Ieri è morto di vecchiaia in una riserva del Kenya, ma la sua fine non significa la fine della sua specie. Un’azienda italiana, la Avantea di Cremona, sta lavorando per salvarla, grazie alla fecondazione artificiale e alla “maternità surrogata”.

Sudan viveva nella riserva kenyana di Ol Pejeta, guardato a vista 24 ore su 24 da ranger armati. Era arrivato lì nel 2009 da uno zoo in Repubblica Ceca, a Dvur Kralové, insieme a un altro maschio, Suni, e a due femmine, sua sorella Najin e la figlia di questa, Fatu. Erano gli ultimi 4 sopravvissuti della loro specie.

Negli anni Settanta e Ottanta, i rinoceronti bianchi settentrionali erano stati sterminati in Africa Centrale dai bracconieri, a causa del boom dei loro corni per la medicina tradizionale cinese e per i manici dei pugnali in Yemen. I 4 esemplari erano stati trasferiti in Kenya con la speranza che, tornando nel loro ambiente, si riproducessero e salvassero la specie.

Ma non era andata così. Suni era morto nel 2014, le due femmine erano risultate sterili. Ieri, all’età di 45 anni, anche Sudan se ne è andato, soppresso dai veterinari per porre fine alle sofferenza della vecchiaia. Ma il destino del rinoceronte bianco settentrionale non è ancora segnato.

Il kenya Wildlife Service e lo zoo di di Dvur Kralové vogliono provare a tenere in vita la specie con la fecondazione artificiale, e già da anni hanno chiesto aiuto all’istituto naturalistico IZW di Berlino. Questo si è rivolto alla Avantea di Cremona, l’azienda che per prima al mondo ha clonato un toro, Galileo, e una cavalla, Prometea. Per finanziare l’operazione è stata lanciata anche una raccolta di fondi pubblica.

I ricercatori cremonesi hanno a disposizione lo sperma congelato di tre esemplari morti, e da anni stanno studiando le possibili soluzioni. L’operazione non è mai stata effettuata sui rinoceronti, ed è tutta un’incognita. Una ipotesi è il prelievo di ovuli dalle due femmine sopravvissute, la fecondazione in vitro e poi il reimpianto in “madri surrogate” di rinoceronte bianco meridionale: una specie simile che vive in Sudafrica e conta 20.000 esemplari, alcuni dei quali anche in zoo europei.

Altra possibilità, più semplice tecnicamente, è di fecondare in vitro le femmine meridionali con lo sperma congelato degli esemplari settentrionali, creando degli ibridi che salverebbero almeno parzialmente la specie.

(di Stefano Secondino/ANSA)

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