Guerra: decisione di Trump seppellisce il Petro

El economista y diputado José Guerra sostiene que en poco más de un año la inflación consumirá el nuevo cono monetario que entrará en vigencia a partir del 4 de junio
El economista y diputado José Guerra sostiene que en poco más de un año la inflación consumirá el nuevo cono monetario que entrará en vigencia a partir del 4 de junio

CARACAS. – E così il nuovo decreto di Donald Trump contro ilgoverno venezuelano ha provocato reazioni da parte e parte.

Il governo americano ha proibito agli americani dentro e fuori gli USA di fare transazioni finanziarie con qualsiasi moneta digitale emessa dal governo venezuelano dal 9 gennaio 2018.

Quindi, José Guerra, intervistato in Unión Radio, ha affermato che il presidente americano ha “seppellito” il Petro. Ma, ha chiarito, “anche prima della decisione dell’americano, nessuno lo avrebbe mai comperato.”

Il Petro non è stato ancora acuistato

Il deputato si è chiesto chi al mondo comprerebbe Petro senza avere le dovute garanzie di poterlo scambiare ed esportare in valuta, proprio da un paese fortemente indebitato dove vige un controllo cambiario.

Perciò, Guerra sostiene che nessuno ha investito valuta estera in Petro e quello che afferma il governo  è semplicementeuna misurazione dell’eventuale intenzione di farlo.

L’economista crede che il Petro non è una cripto-moneta perché le vere cripto-monete non vengono emesse da uno Stato sovrano come invece l’ha fatto il Venezuela.

“Nel mondo ci sono tra le 1200 e le 1300 ciptovalute e non sono sostenute da nessun governo, meno da riserve di petrolio o altri minerali” ha ribadito.

Nuova emissione di debito pubblico

Pertanto, l’opinione di Guerra è quella che il Petro è una nuova emissione di debito pubblico da parte del governo, sostenuta dalle riserve di petrolio. È, quindi, semplicemente un nuovo modo per finanziare un debito ormai insopportabile.

“Il Venezuela – sostiene il deputato- non ha pagato il suo debito estero. Il paese si trova in default, ha accumulato un debito pari a 2mila 500 milioni di dollari in buoni di PDVSA e della Repubblica.”

Guerra, comunque, ha assicurato che è sempre stato contrario alle sanzioni contro il paese ma appoggia esclusivamente quelle dirette a funzionari corrotti e violatori dei diritti umani.

ANC rifiuta le sanzioni contro il Petro

Il polverone che ha sollevato la decisone di Trump si è sentito nelle reazioni del governo. Il presidente dell’ANC, Delcy Rodríguez ha twittato che le nuove sanzioni degli USA “non fermeranno mai la volontà del popolo venezuelano deciso a consolidare la sua sovranità.”

Nel suo ruolo di coordinatrice del movimento “Somos Venezuela”, la Rodríguez ha sostenuto il ripudio del presidente Maduro contro la misura arbitraria di Trump la quale, stando alle sue parole “è fondata sulle decisioni illegittime della destra venezuelana.”

Villegas: il popolo paga le conseguenze

Anche Il ministro della Cultura, Ernesto Villegas, crede che la colpa della crisi ricada tutta sulle sanzioni imposte dai governi di America Latina, Europa e, specialmente di Donald Trump.

“Il popolo venezuelano sta fronteggiando la situazione dignitosamente perché le sanzioni stanno facendo effetto” ha detto Villegas durante una intervista in VTV.Forse scordandosi che le sanzioni imposte finora sono dirette  a funzionari ed ex funzionari governativi.

Maduro: Trump ha paura perciò blocca il Petro

La reazione del presidente al decreto dell’omologo americano non è mancata. Stando alle parole di Maduro, sarebbe stata la paura quella che ha portato Trump a bloccare qualsiasi eventuale transazione con il Petro.

La decisione del presidente americano è stata, secondo l’omologo venezuelano, “un segnale chiaro che il Venezuela è sulla buona strada. “Maduro ha ribadito che il “suo governo finirà più prima che poi il blocco economico” e ha aggiunto che la sua amministrazione “sta costruendo la prosperità.”

Con il consueto linguaggio metaforico che lo contraddistingue si è rivolto a Trump affermando: “La luce del Petro si infiltrerà in ogni foro dei suoi muri fatti di odio.”

Xenofobia indotta

Il presidente si è rivolto pure ai venezuelani che stanno lasciando il paese chiamandoli “vittime della xenofobia” indotta dalla politica dei settori che difendono le sanzioni contro il paese.

E nonostante riconoscale difficoltà chevive il popolo, trova sempre un modo per esentare la responsabilità che ha la sua conduzione: “La donna venezuelana cerca in tutti i modi di farcela a dispetto della precaria situazione economica che colpisce il popolo e che è dovuta al blocco dell’estero contra il paese.”

Un po’ di ragione ce l’ha il presidente, bisogna ammetterlo: le famiglie affrontano l’indicibile pur di portare un boccone a casa, in primis, le mamme, che in Venezuela sono per tradizione le capofamiglia.

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