Russia, le imprese italiane votano Putin: “Stabilità e continuità”

MOSCA. – La parola d’ordine è “continuità”. La conferma di Vladimir Putin al Cremlino, per le aziende italiane e le associazioni imprenditoriali presenti in Russia, rappresenta infatti una garanzia di stabilità e la possibilità di portare a termine gli investimenti già effettuati o programmati. E questo, nel mondo degli affari, è ciò che conta.

“Per noi in Pirelli è business as usual, sapendo che adesso possiamo contare su sei anni di continuità e capitalizzare quanto già fatto”, dice Aimone di Savoia, direttore generale di Pirelli Tyre Russia. Che inoltre veste i panni di presidente del Consiglio Imprenditoriale Italiano, la neonata cabina di regia chiamata a coordinare le diverse associazioni d’impresa. “Il Consiglio ora può partire davvero, affrontando subito il nodo del sostegno all’export per dare condizioni certe a chi ha investito qui in Russia”.

A esprimere vera e propria “soddisfazione” è Paolo Clerici, presidente del gruppo Coeclerici, che in Russia è presente da quasi 60 anni – l’ultimo investimento una miniera di carbone in Siberia. “La Russia è un Paese che esprime una grande solidità ormai da anni, con cui le trattative si svolgono in maniera seria e fruttuosa per chi vuole investire: noi siamo molto soddisfatti dei nostri rapporti con la Russia e stiamo pensando a ulteriori investimenti”.

Ed è proprio sul tema degli investimenti che interviene Ernesto Ferlenghi, presidente di Confindustria Russia. “Tra le prime 50 aziende che più hanno creduto in questo paese negli ultimi anni ci sono 11 tedesche, 7 francesi e solo 1 italiana: ora non ci sono più scuse, servono piani d’investimento integrati e forse sarebbe il caso di chiedere al Mise un vice ministro per l’Internazionalizzazione delle imprese”.

Se si guarda infatti ai competitor dell’Italia – in primis Francia e Germania – i numeri sono disarmanti: 100 società di diritto russo con capitale italiano a fronte delle 6mila tedesche. I big, insomma, dovrebbero fare la loro parte – per esempio nella grande distribuzione – perché l’esempio estero è che chi arriva, e localizza, si porta dietro i fornitori.

“Al di là del nuovo governo, dove ci potranno essere volti nuovi – spiega Ferlenghi – il garante della strategia politica della localizzazione è Putin”. “La stabilità politica è una condizione necessaria per sviluppare l’economia, a maggior ragione in un paese così grande e complesso”, dice Fabrizio Di Amato, presidente e azionista di maggioranza di Maire Tecnimont, attualmente impegnata nel megaprogetto di trattamento gas Amursky. “Noi non abbiamo avvertito rallentamenti significativi nei processi decisionali russi e abbiamo continuato a lavorare in quello che è per noi uno dei mercati energetici chiave, dove abbiamo una presenza storica che risale agli anni Trenta”.

(di Mattia Bernardo Bagnoli/ANSA)

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