Italia a due facce: la ripresa c’è ma non ce ne accorgiamo

ROMA. – La ripresa, per quanto debole o lenta, c’è ma gli italiani non se ne stanno accorgendo, anzi. A certificare lo scostamento tra statiche e ‘sentiment’ è l’Ipsos nel rapporto ‘Italia 2018: la ricerca dell’identità’ presentata al Cnel. Il presidente dell’Istituto di sondaggi, Nando Pagnoncelli, parla di una sorta di “strabismo ribaltato”: “se fino al 2012 il Paese andava male ma il singolo pensava di cavarsela, oggi il Paese va un po’ meglio ma l’individuo non lo percepisce”.

Tutto ciò non è privo di conseguenze sul piano politico. Tanto più dopo una campagna elettorale dominata, per l’Ipsos, da promesse non realizzabili. Per il sondaggista dal risultato elettorale è venuto fuori un “fattore inedito”: “pur in presenza di un miglioramento delle condizioni economiche del Paese non c’è stato un dividendo a vantaggio dei partiti di governo”.

Siamo davanti a una “una forte ambivalenza”, con le opinioni che diventano “volatili”, perfino la stessa persona racchiude più identità: “oggi un operaio iscritto alla Fiom, vota Lega e magari va a messa la domenica”. Insomma l’Italia a due facce non è solo quella che si rispecchia nella frattura Nord-Sud. Spesso poi, spiega Pagnoncelli, le “paure sono enfatizzate”.

Ecco che la percentuale di chi sente l’immigrazione come un problema sale indipendentemente dagli sbarchi, dai flussi in ingresso. Certo, ammette Pagnoncelli, l’Italia si è sempre vista divisa e la ripresa che c’è è “diseguale”. Oggi “anche chi lavora tutto l’anno sente di fare fatica ad arrivare a fine mese”. Si tratta dei cosiddetti ‘working poor’. E intanto si accentua la “frattura generazionale”: l’incidenza della povertà tra i capofamiglia under35 sale.

E’ chiaro, dice il presidente del Cnel Tiziano Treu, che “la crescita da sola non dà sicurezza”. Secondo Gianni Di Cesare della Cgil “si dovrebbe ripartire dai valori”. La visione a corto raggio ha pesato, fa notare Giuseppe Gallo della Cisl, che lamenta la “mancanza di politiche strutturali”. In una fase così delicata il sindacato, rivendica Roberto Campo della Uil, “può avere un ruolo”.

Lascia un commento