Giornata delle foreste celebra gli alberi di città

ROMA. – Dal Central Park di New York alla romana Villa Borghese, dal londinese Hyde Park ai giardini orientali del Palazzo Imperiale di Tokyo: i parchi incastonati nelle città sono i polmoni verdi delle aree più popolose del Pianeta, quelle che senza alberi sarebbero ancora più asfissiate dallo smog. Il loro ruolo, come motore del benessere psicofisico dell’uomo, viene ora celebrato dalla Giornata internazionale delle foreste, che quest’anno distoglie lo sguardo dalle sconfinate distese arboree per concentrarsi sui piccoli puntini di verde urbano sparsi nel mondo.

“Foreste e città sostenibili” è il tema scelto per la Giornata Onu che ricorre il 21 marzo, e accende i riflettori sui benefici che parchi e foreste portano ai centri abitati. Gli alberi, evidenzia la Fao, aiutano a regolare il clima locale, consentendo risparmiare tra il 20% e il 50% dell’energia usata per il riscaldamento. Non solo: collocare gli alberi in modo strategico in città permette di far scendere la temperatura dell’aria da 2 a 8 gradi, abbattendo del 30% la necessità di condizionatori.

Sempre gli alberi filtrano l’aria imprigionando le polveri sottili, e assorbono sia la CO2 – dando una mano a contrastare il cambiamento climatico – sia i rumori che ogni centro urbano genera a iosa. Non ultimo è il fattore benessere: le aree verdi fanno bene all’umore, invitano a fare attività fisica e offrono uno spazio di socializzazione.

La Giornata internazionale delle foreste è stata istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 2012 per far crescere la consapevolezza dell’importanza delle foreste, che occupano il 30% delle terre emerse e sono vittime costanti delle motoseghe. La deforestazione è una piaga delle regioni tropicali, in cui gli alberi abbondano e i controlli scarseggiano.

Dall’Indonesia, dove si abbatte per far posto alle piantagioni di palma da olio, all’Amazzonia, crocevia dei traffici illegali di legname, il 96% della deforestazione colpisce queste aree della Terra. Le denunce internazionali si susseguono.

L’ultima è di Greenpeace, che in un nuovo rapporto punta il dito contro la “mafia del legno” nell’Amazzonia brasiliana. Le essenze pregiate che qui si producono derivano spesso da inventari forestali falsificati, che consentono di bollare come lecito il legno rubato in aree protette. In questo modo, evidenziano gli attivisti, il costoso legname che arriva anche in Europa rischia di essere frutto di un saccheggio di natura.

(di Laura Giannoni/ANSA)

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