Unione Europea chiama Trump: “Trattiamo su una soluzione per i dazi”

BRUXELLES. – Ultime ore di trattative febbrili per scongiurare la guerra dei dazi americani, che se applicati all’acciaio europeo costerebbero all’Italia, ha avvertito Emma Marcegaglia, “decine di migliaia” di posti di lavoro. E’ quindi con il “cauto ottimismo” del presidente Ue Donald Tusk che Bruxelles guarda a domani, quando la questione approderà anche al vertice e di cui si sta occupando in persona anche il presidente francese Emmanuel Macron.

Quasi fuori tempo massimo è infatti arrivato l’annuncio congiunto della commissaria al commercio Cecilia Malmstroem e del segretario Usa Wilbur Ross su un lancio “immediato” di “discussioni con il presidente Trump” con l’obiettivo di arrivare a un “esito reciprocamente accettabile il più rapidamente possibile”.

“Stiamo lavorando duro per un’esenzione totale dell’Ue dai dazi Usa”, ha assicurato Tusk, e “spero ancora in una risposta positiva da parte di Washington” alla richiesta di evitare una guerra commerciale. Spetta però a Washington, se i negoziati andranno a buon fine, prendere la decisione e annunciarla. La commissaria Malmstroem, prima di rientrare a Bruxelles domani, dopo Ross punta a convincere anche il rappresentante Usa al commercio Robert Lighthizer.

Tusk ha messo però le mani avanti sulle reali chance di successo della mediazione: “ho usato volutamente l’espressione di ‘cautamente ottimista’”, ha precisato, ma “ho buone ragioni di pensare che la situazione sia migliore di qualche giorno fa”.

Intanto anche Parigi fa pressing, con una telefonata direttamente di Macron a Trump su “come gli Usa e l’Europa possono unirsi sulle tariffe”. Se queste dovessero scattare al 25% sulle esportazioni di acciaio Ue in Usa, “l’impatto può essere devastante”, ha avvertito senza mezzi termini Emma Marcegaglia, presidente dell’omonimo gruppo siderurgico nonché dell’Eni e della Confidustria europea BusinessEurope.

Si tratta infatti di un “momento delicato” per il settore, la cui sofferta ripresa potrebbe essere messa in pericolo. E questo sebbene la stessa azienda non esporti verso gli Usa e in generale l’Italia, spiega Confindustria nella sua congiuntura flash, sia “relativamente poco esposta ai nuovi dazi” americani con 760 milioni di euro di vendite tra acciaio e alluminio nel 2017, pari al 3,8% dell’export e allo 0,2% del manifatturiero.

Il timore è comunque un’ulteriore chiusura del mercato dell’import di acciaio, con ripercussioni sull’occupazione, dove a rischio sono “tanti” posti di lavoro, “decine di migliaia”, ha avvertito la presidente del Gruppo Marcegaglia.

Sulla stessa linea anche il numero uno di Confindustria, Vincenzo Boccia, secondo il quale “è un atto dovuto” impugnare la scelta degli Usa al Wto, “ma i tempi saranno lunghi mentre l’emergenza è immediata”. Secondo Boccia, “la sola azione realmente efficace per la Ue è adottare misure di salvaguardia più ampie possibile ed in tempi rapidissimi per arginare lo tsunami siderurgico provocato dagli Usa”.

Tuttavia, aggiunge, “alzare il livello dello scontro alimentando la spirale ritorsiva non allevierà il danno provocato dai milioni di tonnellate di acciaio che si riverseranno in Europa aggiungendosi a quelle già oggi immesse sui nostri mercati a causa della perdurante sovracapacità produttiva mondiale”.

Secondo Marcegaglia, poi, un ulteriore rischio di esacerbare gli animi oltre oceano viene dalla web tax Ue presentata oggi e che va a colpire i giganti tech Usa, perché potrebbe essere “messa in relazione con le questioni commerciali”.

(di Lucia Sali/ANSA)

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